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Ha voluto la bicicletta... Ora pedala attorno al mondo

Armando Costantino ha toccato la prima tappa di un viaggio che durerà anni. Finalmente ha raggiunto Capo Nord. Presto lascerà l'Europa
Ha voluto la bicicletta... Ora pedala attorno al mondo
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Ha voluto la bicicletta... Ora pedala attorno al mondo
Armando Costantino ha toccato la prima tappa di un viaggio che durerà anni. Finalmente ha raggiunto Capo Nord. Presto lascerà l'Europa

LUGANO - C'è una caratteristica che accomuna quelli come Armando Costantino, che scelgono di saggiare le asperità della natura lontani dai cronometri delle gare, dalle competizioni, dalla visibilità. C'è una semplicità e una calma che fanno da sfondo alla volontà di perdersi per ritrovarsi, all'intimo desiderio di riappacificarsi con la natura.  

 Nonostante da tre mesi abbia iniziato la sua avventura intorno al mondo, in sella alla sua bicicletta, il racconto del giovane ticinese è privo di fronzoli e di quell'eccitazione propria di chi sente il desiderio di farci partecipi dell'eccezionalità della sua storia. 

Direzione Capo Nord... ed oltre - Eppure, solo qualche giorno fa, ha raggiunto la prima importante tappa di un viaggio che è appena all'inizio. Dopo aver pedalato per oltre 90 giorni, ha toccato Capo Nord, il punto più a nord d'Europa.

Lo ha fatto su una bicicletta - «tra una gravel e una mountain bike» - costruita per caricarci una sessantina di chili, realizzata interamente in acciaio. «In alluminio sarebbe stata sì più leggera, ma difficilmente riparabile. Saldare un telaio in acciaio è più facile, soprattutto se ti trovi in posti sperduti», spiega. 

Alla ricerca del gelo - Partito a gennaio, Armando ha puntato subito a nord. «Ho cercato il freddo. E ho scelto l'inverno proprio per testare la mia attrezzatura, pronta a sopportare temperature fino a 30 gradi sotto lo zero». 

Di strada ne ha già percorsa parecchia: «Fino in Danimarca, passando dalla Germania, sono stati circa 1500 chilometri e 7000 metri di dislivello. I primi 2/3000 fatti tutti per uscire dal nostro Cantone. Ho puntato verso Copenaghen alla ricerca di temperature più rigide. Il mio piano iniziale era fare una parte di Svezia per poi entrare in Norvegia. L'itinerario scelto, però, non mi garantiva temperature sufficientemente basse. Quindi ho preso il traghetto da Copenaghen e sono andato ad Oslo».

Da qui ha attraversato tutta la parte interna della Norvegia fino ad arrivare a Trondheim. «Pensavo di proseguire lungo la costa fino a Capo Nord, ma non nevicava più... pioveva. Ho deciso di rivedere i miei piani. Con la pioggia avevo anche il problema di dover fare asciugare le cose. E di notte, a quelle temperature... Significava doversi fermare in tenda e aspettare.  Mi sono quindi spostato nell'entroterra della Svezia, dove finalmente ho potuto testare l'attrezzatura dormendo a -25 gradi». 

Una notte sul lago ghiacciato - Tra i momenti più suggestivi di questo viaggio quello trascorso in tenda, di notte, su un lago ghiacciato: «Ero a Moelv, in Norvegia. Quella notte faticavo a prendere sonno. Sentivo strani scricchiolii... Ci ho messo un attimo a realizzare che era il ghiaccio che sotto di me si espandeva, si ricongelava».

Di momenti così, a stretto contatto con la natura selvaggia, Armando ne avrà probabilmente molti in questo lungo viaggio: «Ci si rende conto di quanto questo mondo abbia da offrirci. Fuori dalle città, dai centri abitati, ci sono posti che ci aiutano a capire noi stessi, che ci ricordano che siamo vivi. Quando ti trovi in mezzo al nulla tutto è amplificato. Vieni travolto da emozioni fortissime, che possono essere molto belle ma anche dolorose. Io credo sia un percorso di crescita». 

La solitudine, il calore - Per il momento non è ancora arrivato lo scoramento, la sensazione di non farcela. Ma la solitudine... quella prima o poi si fa sentire: «L'ho provata. Forse anche perché, qui al nord, non sono tutti così solari. Mi è capitato di essere scacciato, di non sentirmi accettato».

Anche l'accoglienza, d'altra parte ha il suo ruolo nell'avventura di Armando: «Forse mi aspettavo più calore umano. Ma i contatti non sono mancati. Ho trovato chi mi ha ospitato a casa e mi ha dato un letto. Chi nel suo campeggio, anche se era chiuso, permettendomi di farmi una doccia. E in inverno non è così scontato».

Armando non disdegna un posto comodo dove riposare: «Lo scopo del viaggio è anche questo, condividere, aprirmi ad altre culture, fare nuove conoscenze. Non è tanto raggiungere un punto o un altro, quello che conta è il viaggio». 

Destinazione Asia - Che ora prosegue verso l'Asia: «Avrei tanto voluto passare dalla Russia, vedere Mosca. Ma il contesto geopolitico non è dei migliori. Si fa fatica a ottenere i visti e non puoi restare più di 16 giorni. Adesso mi dirigerò a sud, verso la Turchia passando per Lituania, Polonia e Romania. Poi saranno Kazakistan e Mongolia».

La scelta di puntare al nord Europa non è stata casuale: «Ho voluto temprarmi per ciò che verrà. Presto mi troverò in posti davvero dispersi e impervi. Capiterà di non trovare nulla per centinaia di chilometri. Probabilmente starò per una settimana di fila senza poter fare la spesa».

Pronto a tutte le eventualità - Armando non è uno sconsiderato. Ha già calcolato anche le eventualità meno felici: «Viaggio con un Garmin satellitare. Dovesse succedermi qualcosa posso premere il tasto dell'SOS e ricevere aiuto». Anche gli incontri meno amichevoli sono stati preventivati: «Questa esperienza arriva dopo il giro dell'Italia in bici. Di gente ne ho vista tanta e credo di saper riconoscere quando qualcuno mi avvicina con fare poco cordiale. Chiaramente spero sempre nella bontà delle persone».

Dopo Kazakistan e Mongolia, la terra dei canguri. «Attraversando la Cina punterò verso l'Indonesia fino ad arrivare in Australia. Lì voglio attraversare l'Outback, farmi tutto il deserto australiano per poi arrivare a Sydney. A quel punto sarebbe interessante trovare un modo per imbarcarmi, magari lavorando su qualche nave e pagarmi così il viaggio attraverso l'oceano. Conto di raggiungere il Cile per poi risalire fino in Canada».

I risparmi e l'aiuto di amici e parenti - Tutto questo in due/tre anni, grazie alle risorse messe da parte, l'aiuto dei parenti e di chi lo sta sostenendo*. «Le zone in cui mi trovo adesso sono tra le più care. Qui se ne vanno quasi 200 franchi a settimana. Fuori dall'Europa conto di cavarmela con un quarto di quello che sto spendendo ora». I soldi vengono investiti prevalentemente in cibo. «O in qualche hotel quando non riesco a trovare nessuno che mi ospiti e ho bisogno di farmi una doccia e di riprendermi un attimo», prosegue. 

«Una bellissima giornata» - Intanto, pochi giorni fa, ha raggiunto il suo primo obiettivo: «L'ultima tratta che mi ha separato da Capo Nord è stata una delle cose più impegnative che abbia mai fatto. Per completare gli ultimi 150 chilometri mi ci sono voluti più di cinque giorni. Ho dovuto attraversare una tempesta... è stato surreale. Mi sono trovato nella neve con venti che sfioravano i 100 chilometri orari e una temperatura attorno ai -15. Ho dovuto spingere la bici a piedi per proseguire. Per fare 15 chilometri ci ho impiegato quasi quattro ore. Tutto mi diceva di tornare indietro, ma continuavo a ripetermi che più avanti il tempo sarebbe migliorato. Il giorno successivo ero a Capo Nord. Il cielo era azzurro, una giornata bellissima».

*Per aiutare Armando a proseguire la sua avventura si può effettuare una donazione tramite Twint al numero +41 76 228 96 53

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