All'improvviso tutto galleggia: l'incubo di Tamara


Labirintite: un problema ancora poco conosciuto. Il caso di una valmaggese. E il parere di due esperti: «Mai sottovalutare un episodio di vertigine».
Labirintite: un problema ancora poco conosciuto. Il caso di una valmaggese. E il parere di due esperti: «Mai sottovalutare un episodio di vertigine».
SOMEO/ LUGANO - «Suonavo il clacson disperata. E nessuno si fermava». Quella domenica dello scorso marzo Tamara Mangiacasale, 56enne valmaggese, non la dimenticherà mai. È quel giorno che, all'altezza di Someo (Maggia), ha conosciuto la labirintite. La malattia di cui si dice che "si muovono i sassolini nell'orecchio". «A un certo punto tre giovani si sono accorti di me. Hanno chiamato i soccorsi e mi hanno accudita. Sono angeli. Ma va fatta più sensibilizzazione».
La prima volta – Quella sera Tamara finirà ricoverata alla Clinica Santa Chiara di Locarno, dove rimarrà fino al giovedì successivo. La crisi violentissima, curata farmacologicamente, è alle spalle. «Non avevo mai avuto problemi fino a quel momento. La crisi è arrivata all'improvviso. Da un momento all'altro la strada sembrava galleggiare. Mi sono subito fermata ovviamente».
Un sintomo che può nascondere altro – Il sintomo principale della labirintite è la sensazione di vertigine. «Una persona su tre ha avuto nel corso della vita almeno un episodio di vertigine – dice Matteo Trimarchi, primario di otorinolaringoiatria dell'Ente Ospedaliero Cantonale a Lugano –. E va subito chiarito: la vertigine non è una malattia. È appunto un sintomo. E allo specialista tocca capire se arriva da un problema dell'organo vestibolare all'interno dell'orecchio, o da altro».
L'episodio singolo – Roberto Spasiano, responsabile audiovestibologia e stretto collaboratore di Trimarchi, ha una lunga esperienza alle spalle. «Quando si ammala uno dei canali che abbiamo all'interno dell'orecchio, il cervello non riesce più a interpretare cosa sta capitando. In estrema sintesi ci sono tre possibilità. La prima che si tratti di un episodio singolo, magari legato a un movimento fatto di scatto. E a quel punto lo si cura con manovre manuali».
Rischio di ictus – La seconda, molto più rara, è che sia in corso un ictus cerebrale nel paziente. E la vertigine allora è decisamente un campanello d'allarme. «In questa circostanza – rammenta Trimarchi – abbiamo al massimo 48 ore per intervenire e fare ricoverare il paziente nel reparto adeguato. Una persona con le vertigini non va mai sottovalutata. Ed è soprattutto per escludere il rischio di ictus che è importante rivolgersi a uno specialista quando si hanno episodi di vertigine».
Labirintite: curabile ma non si sa da dove arrivi – E poi c'è la vertigine come sintomo di labirintite. «Malattia comune quanto fastidiosa – spiega Spasiano –. Solo in Ticino 400 persone all'anno hanno questo problema. È curabile tramite farmaci. E questa è la bella notizia. Quella brutta è che la scienza non sa da dove arrivi. E non sa nemmeno come prevenirla. La si individua soprattutto analizzando il movimento degli occhi del paziente».
Malattia subdola – «All'inizio – riprende Trimarchi – il paziente si sente un po' affranto. Teme che durerà per sempre. Viene coinvolta anche l'area delle emozioni. La prima cosa che pensa un paziente con la labirintite è "ho qualcosa al cervello". Subentrano paura e depressione. Va fatto dunque anche un lavoro psicologico. La labirintite è subdola. Colpisce l'orecchio nella sua parte sensoriale, coinvolgendo anche la parte uditiva. E lo fa anche se si è fermi».
Sensibilizzare parenti e amici – «Con la labirintite – puntualizza Spasiano – c'è proprio un gioco sbagliato dei liquidi nell'orecchio. Si alterano. Si gonfiano. È come un'infiammazione. Le crisi possono essere anche frequenti e in alcune circostanze invalidanti. Generalmente sono curabili farmacologicamente. Ma è importante che il paziente sia consapevole di come funzioni il suo problema. E anche famigliari e amici».





