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VERZASCA

Svegliato dalla polizia e portato via

Il triste "buongiorno" di un 24enne che ora si trova catapultato in una situazione claustrofobica. Che ne sarà di lui?
Ti-Press (archivio)
Svegliato dalla polizia e portato via
Il triste "buongiorno" di un 24enne che ora si trova catapultato in una situazione claustrofobica. Che ne sarà di lui?
VERZASCA - Abitava in quella stanza di una pensione di Frasco, in Verzasca, da oltre due anni. Mercoledì 3 aprile, di primo mattino, due poliziotti sono andati a bussare alla sua porta, mentre dormiva. E lo hanno portato via. Alisina, 24enne afgano,...

VERZASCA - Abitava in quella stanza di una pensione di Frasco, in Verzasca, da oltre due anni. Mercoledì 3 aprile, di primo mattino, due poliziotti sono andati a bussare alla sua porta, mentre dormiva. E lo hanno portato via. Alisina, 24enne afgano, ora si trova a Zurigo, in stato di carcerazione amministrativa. Lo attende un rinvio forzato in Croazia, dove già ha vissuto una breve parentesi traumatica.

«Liberatelo» – «Vogliamo la liberazione immediata di Alisina». È quanto chiedono in una lettera indirizzata anche al Consiglio di Stato gli amici del 24enne unitamente al collettivo R-esistiamo e al collettivo Stop Dublin Croatie. Evidenziando che oggi, martedì 8 aprile, il giovane dovrebbe iniziare uno sciopero della fame proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla sua situazione.

La domanda chiave – Perché Alisina non può restare in Svizzera? Lo specifica una sua amica. «Alisina ha fatto domanda d'asilo qui. Tuttavia gli accordi di Dublino indicano che il richiedente dovrebbe stare nel primo Paese in cui è stato registrato. Nel caso di Alisina si tratterebbe della Croazia, appunto. La Svizzera, nella situazione specifica, potrebbe applicare la clausola di sovranità che subentra per ragioni umanitarie. È una questione di volontà politica. Volontà finora non manifestata».

«Stop ai rinvii in Croazia» – Dal testo della lettera emerge una problematica a molti sconosciuta. «Da qualche anno, numerose associazioni denunciano il sistema d’asilo croato violento e razzista caratterizzato da umiliazioni, furti, aggressioni sessuali, insulti xenofobi, condizioni di vita e igieniche malsane e promiscue. Stop ai rinvii disumani in Croazia. La domanda d'asilo di Alisina venga esaminata in Svizzera».

«Voleva rifarsi una vita» – Ma chi è Alisina? In Verzasca è conosciuto e stimato da tante persone. Il giovane afgano ha fatto il cameriere e l’aiuto cuoco presso la pensione in cui alloggiava ed era parecchio attivo anche a livello sociale. «Ha imparato in fretta l'italiano – dice la sua amica –. E durante la notte seguiva a distanza un bachelor in informatica. Voleva rifarsi una vita, avere un lavoro per aiutare sua mamma e le sue quattro sorelle rimaste da sole in Afghanistan sotto il regime talebano che nega ogni diritto alle donne».

«Gravissime violazioni» – Stando ai conoscenti, Alisina sarebbe terrorizzato dall'idea di tornare in Croazia. «Le autorità svizzere – si legge ancora nella lettera –, sia a livello nazionale sia cantonale, sono da tempo al corrente di queste gravissime violazioni dei diritti umani. Ma continuano imperterrite a effettuare i rinvii anche verso la Croazia».

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