Tassa sulla salute, gelate le speranze italiane: «Non vi forniremo i dati»

Macchi, capo della Divisione delle Contribuzioni: «La norma non lo consente». Ma dalla Lombardia arriva la promessa: «Si farà lo stesso».
BELLINZONA - Subisce un durissimo colpo l’ormai celebre (e contestata da entrambi i lati del confine) tassa sulla salute, pensata dal governo italiano e dalla Lombardia per aumentare il salario dei medici e infermieri italiani nelle aree di confine, così da scoraggiare la “fuga” in Ticino. Introdotto e approvato alla fine del 2023, nonostante gli annunci il balzello è ancora fermo al palo.
«Il diritto vigente non consente lo scambio di dati» - Nelle intenzioni dell’esecutivo della vicina penisola, i "vecchi frontalieri" dovrebbero versare un contributo (così chiamato dai proponenti) di circa 200 euro mensili. Ma, come confermato a tio/20minuti da Giordano Macchi, capo della Divisione delle Contribuzioni (DdC) del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE), il diritto vigente non permette lo scambio dei dati dei lavoratori che risiedono nei comuni tricolori di confine e che lavorano in Ticino da prima del 17 luglio 2023 (restano imponibili soltanto in Svizzera).
Forniti i dati dei nuovi frontalieri - Un passo indietro. Proprio nei giorni scorsi, il Cantone ha inviato all'Italia le informazioni sui frontalieri arrivati in Ticino dal 17 luglio 2023 al 31 dicembre 2024. Quelli che, per comodità, vengono definiti “nuovi frontalieri”.
Oltre 10’000 casi - I casi totali sono stati 10'167. Si tratta di una prima volta storica. Mai, in precedenza, queste informazioni erano state condivise con la controparte italiana. Di conseguenza, è tornata d'attualità anche la questione relativa ai dati dei vecchi frontalieri, graditissimi dal Governo italiano e dalla Lombardia per mettere in campo la tassa sulla salute.
E per i vecchi frontalieri? La risposta è no - Ma, come precisa Macchi, «nel nuovo accordo sull'imposizione dei frontalieri è stato inserito l'articolo nove che definisce giuridicamente chi sono i cosiddetti vecchi frontalieri. Vengono stabilite tutte le eccezioni. E, fra queste, al capoverso sette c'è la norma che solleva l'eccezione di non inviare i dati proprio dei vecchi frontalieri».
Il diritto vigente non consente lo scambio -E ancora: «Siccome il diritto vigente non permette lo scambio - continua Macchi - sarebbe necessario modificare l'accordo». Ma, allo stato attuale «non è noto alla Divisione delle Contribuzioni se esistano riflessioni a questo proposito. La competenza per i trattati internazionali è della Confederazione, che su base regolare consulta i Cantoni per tenere conto della loro prospettiva».
La dichiarazione di Sertori - A giugno 2024, a tio/20minuti l'assessore lombardo Massimo Sertori aveva precisato come «l'unica cosa chiesta agli amici svizzeri» fosse «l’elenco degli italiani che hanno optato per il servizio italiano. Ma solo per motivi gestionali. La risposta è stata che, per motivi di privacy, non è possibile. Quindi, capiremo se sarà necessario mettere a punto un protocollo. A me sembra una richiesta legittima». Nessuna novità, però, è arrivata in questi 10 mesi.
La proposta della consigliera: «Lettere consegnate in dogana» - Al giornale ItaliaOggi, la consigliera regionale lombarda Silvana Snider (Lega) ribadisce però che «la tassa sulla salute si farà entro la fine del 2025. Non ci servono i dati per tassare i frontalieri. Ad aprile si terranno gli ultimi incontri con i sindacati e i ministeri del lavoro e delle finanze». Rispetto a prima, la Lombardia starebbe optando per un'aliquota inferiore (3% invece dell'ipotizzato 6%). Per quanto riguarda la campagna informativa, tra le ipotesi al vaglio c'è la consegna di lettere ad hoc in dogana ai frontalieri.