«Ci sono alcune criticità nelle acque sotterranee»


Presenza degli inquinanti Pfas in Ticino: abbiamo fatto il punto con il Laboratorio cantonale e la Sezione protezione aria acqua e suolo.
La situazione è «paragonabile a quella riscontrata negli altri Cantoni».
Presenza degli inquinanti Pfas in Ticino: abbiamo fatto il punto con il Laboratorio cantonale e la Sezione protezione aria acqua e suolo.
La situazione è «paragonabile a quella riscontrata negli altri Cantoni».
BELLINZONA - I due casi più noti sono quelli della falda di Chiasso, che alimenta il pozzo Prà Tiro, o la falda di Sant’Antonino. Nello specifico, il monitoraggio compiuto in questi anni ha consentito di fare emergere alcune criticità nel cantone, per esempio riguardanti le acque sotterranee. In generale, però, la presenza degli inquinanti PFAS in Ticino, sulla scorta delle analisi eseguite e tutt’ora in corso nei diversi comparti ambientali, è paragonabile a quella riscontrata negli altri Cantoni.
Il punto stampa - A metà febbraio, in una conferenza stampa congiunta, i rappresentanti di vari uffici federali e dei cantoni hanno fatto il punto sulle attività in corso per proteggere la salute umana e l'ambiente dai rischi rappresentati da questi composti chimici altamente fluorurati e, inoltre, caratterizzati da una struttura chimica molto stabile così da renderli resistenti ai processi naturali di degradazione (e per questo "perenni").
Qual è la situazione in Ticino? - Insieme al Laboratorio cantonale e alla Sezione protezione aria acqua e suolo (SPAAS) del dipartimento del Territorio abbiamo fatto il punto sulla situazione in Ticino sulla presenza di PFAS. Innanzitutto, per quanto riguarda l’acqua potabile, i dati della campagna nazionale svolta nel 2023 mostrano una situazione positiva in Ticino e paragonabile a quella negli altri cantoni. «Rispetto alle altre derrate alimentari, quest'anno svolgeremo una campagna a livello nazionale che ci permetterà di comprendere meglio la situazione».
«Alcune criticità» - Nello specifico, oltre alla contaminazione ubiquitaria di sottofondo, «sono possibili contaminazioni puntuali, riconducibili all’uso di PFAS nel passato in determinati contesti o circostanze». Il monitoraggio condotto in questi anni ha permesso di «fare emergere alcune criticità, per esempio riguardanti le acque sotterranee. Pensiamo qui ai casi noti della falda di Chiasso che alimenta il pozzo Prà Tiro o a quella presso Sant’Antonino».
Acqua potabile: «Il rispetto delle normative è responsabilità delle aziende» - Allo stato attuale l’Ordinanza sull’acqua potabile e sull’acqua per piscine e docce accessibili al pubblico (OPPD) regola unicamente tre PFAS. È stato annunciato durante la conferenza stampa che il prossimo anno saranno definiti nuovi limiti per l'acqua potabile. «La responsabilità del rispetto delle nuove normative è principalmente delle aziende distributrici». Mentre l’ordinanza federale sul risanamento dei siti inquinati (OSiti) non è ancora aggiornata per quanto riguarda i PFAS e, nonostante i lavori preparatori in merito proseguano, «sussistono dei punti aperti per quel che riguarda l’indagine, la valutazione e la bonifica».
Il caso di Sant'Antonino -«Tuttavia, al momento ci è noto solo il caso di Sant’Antonino, dove l’acqua non sarebbe conforme ai nuovi limiti». Il Comune sta installando dei filtri a carbone attivo che dovrebbero entrare in funzione entro la fine dell’anno e quindi «prima dell’introduzione del nuovo valore massimo». A ogni modo, «nel prossimo futuro saranno implementate le misure richieste dall’Ufficio federale dell’ambiente sull’iscrizione di siti potenzialmente inquinati. La necessità di bonifica sarà dettata principalmente dall’aggiornamento della legislazione federale».
«Proseguiranno le campagne di monitoraggio» - Quali misure metterà in campo il Cantone? «Proseguiranno le campagne di monitoraggio per i diversi settori ambientali, focalizzandosi in particolar modo sui settori potenzialmente più critici. Le misure ambientali dipenderanno inoltre anche dagli aggiornamenti previsti per altre rilevanti ordinanze federali, come quelle che regolano la qualità delle acque, il suolo o lo smaltimento dei rifiuti». Per quanto riguarda le derrate alimentari, nei prossimi mesi è prevista una campagna «su prodotti di origine animale. Proseguirà inoltre il monitoraggio di queste sostanze nell’acqua potabile».