«Il rilancio della Vallemaggia passa dall’apertura attraverso collegamenti innovativi»


Nota dei comuni valmaggesi: «È tempo di guardare oltre la tragedia dell'estate scorsa».
Nota dei comuni valmaggesi: «È tempo di guardare oltre la tragedia dell'estate scorsa».
CEVIO - «Anche per la Vallemaggia è tempo di guardare oltre la tragedia dell’estate scorsa». A scriverlo, in un comunicato, è l'Associazione dei comuni valmaggesi. «Fermo restando che stiamo ancora attendendo una conferma sulla copertura delle risorse per la ricostruzione - continua la nota - siamo nel contempo sicuri che il sistema istituzionale svizzero non deluderà le nostre aspettative, come sempre avvenuto in casi simili, e saranno messe a disposizione le risorse necessarie al ripristino di quanto è andato distrutto».
Reagire significa però ora «riprendere in mano la progettualità della Valle». In questo senso, il Consiglio direttivo dell’Associazioni dei comuni valmaggesi ha condiviso all’unanimità «la forte volontà di rilanciare i progetti di collegamento mediante teleferica verso la Leventina e metrò alpino verso la Valle Formazza, per aprire una regione che negli ultimi decenni ha pesantemente pagato il proprio isolamento». L’apertura della Valle con collegamenti trasversali è «un’occasione di deciso rilancio per tutto l’alto Ticino, e funge da cappello essenziale per la redditività di tutti gli altri investimenti della politica regionale, da soli purtroppo insufficienti per innescare vitalità e rinnovato dinamismo in queste regioni. Regioni il cui potenziale è enorme ma che necessitano di una logica di intervento coordinata e di sistema nell’ottica di uno sviluppo attivo».
E ancora:«La Vallemaggia, attraversata oltretutto dalla linea ad altissima tensione che ha sollevato non poche perplessità in bassa Valle, non deve essere coinvolta solo quando si vogliono pianificare innalzamenti di bacini idroelettrici a vantaggio di tutta la nazione». I collegamenti vanno ripresi «immediatamente» se non si vogliono «disperdere risorse in investimenti singoli scoordinati. L’avvicinamento della popolazione periferica alle zone urbane e viceversa, nonché la vicinanza trasversale tra valli, è una condizione di partenza imprescindibile che da linfa vitale agli altri progetti sul territorio. La Vallemaggia desidera fortemente conquistare una maggiore autonomia finanziaria. L’apertura permetterà alla Valle di diventare meno dipendente dagli aiuti cantonali e più attrattiva dal profilo residenziale».
La Vallemaggia, con le sue valli periferiche, Rovana, Bavona e Lavizzara, «vuole aprirsi e finalmente vivere l’opportunità di adeguare la propria ricca offerta a una nuova forma di accessibilità sostenibile». Un’offerta il cui potenziale «riesce a essere sfruttato solo in minima parte a causa della lontananza». Il progetto di teleferica tra Ambrì e Fusio, un trasporto pubblico unico nel suo genere (e già di per sé un’attrattiva senza precedenti: la funivia più lunga del globo), «permetterà di raggiungere l’alta Vallemaggia da Zurigo, Lucerna e Lugano mediante autostrada o con il treno, tramite un accesso di collegamento pubblico filtrato da un mezzo di trasporto, la teleferica, che ne scandisce il flusso. Non si tratterà solo di collegare due punti sulla cartina, ma di ravvivare circuiti essenziali per la popolazione locale e per il turismo, con quale conseguenza maggiore indotto. Un simile progetto andrà a vantaggio di tutto l’alto Ticino e contribuirà anche a dare un importante valore aggiunto alla linea storica del San Gottardo».
Discorso analogo «per l’apertura a ovest (Bosco Gurin – Formazza), un progetto, diversamente dal precedente, d’imprenditoria privata, sostenuto dalla politica regionale. L’ASCOVAM chiede alla politica cantonale di dimostrare visione per il Ticino della montagna, parte territoriale largamente maggioritaria di questo Cantone, se ancora vi è la volontà di intervenire sul destino, anche demografico, di queste stupende regioni».