Infortuni e delusioni a basso costo

Sulle palestre low-cost il parere di chi nel fitness ci lavora da anni: «Sono il male del nostro settore». «Troppi ragazzini, meno qualità».
LUGANO - La moda per il fitness non sembra voler mostrare il fianco. Anzi, come funghi spuntano sparse per il Cantone tutta una serie di soluzioni low-cost che all’estero sono una realtà già consolidata. Insomma, con meno di 50 franchi al mese puoi avere un luogo attrezzato in cui allenarti. Ma attenzione, alcuni dettagli potrebbero fare la differenza. Uno su tutti? La presenza o meno di un istruttore di sala.
«Sono il male de nostro settore» - Cosa ne pensano i veterani del settore? Lo abbiamo chiesto ad esempio a Simona Malagoni, direttrice dell'A-Club Fitness & Wellness di Savosa. «Questi posti - sottolinea - vengono riempiti da persone che per spendere poco si arrangiano guardando video pescati dai social. Spesso seguono pseudo istruttori che non sanno nemmeno cosa stanno facendo».
«Il personale latita» - In alcune di queste nuove strutture d’altra parte il personale è assente, o quasi. «Sono il male del nostro settore - incalza Malagoni senza mezzi termini -. La gente si illude che andando a pagare quarantanove franchi al mese, se non addirittura meno, risolverà il suo problema. Spendi meno? Certo, ma cosa trovi? Si finisce a brancolare nel buio in ambienti più o meno attrezzati, più o meno spaziosi, senza nessun tipo di motivazione».
Ogni età ha esigenze diverse - Per la direttrice dell’A-club, raggiungere un obiettivo con dei professionisti è una cosa totalmente diversa. «Anche perché a seconda della fascia d’età ci sono esigenze completamente differenti. Il ragazzo non è il 30enne, che non è il 40enne che a sua volta è diverso da un 50enne o da un over 65».
Farsi male, altrimenti, è un attimo: «Allenarsi senza essere seguiti, senza venire corretti durante l'esecuzione degli esercizi e guidati nel giusto utilizzo dei macchinari in molti casi porta ad infortunarsi. I ragazzini, in particolare, lasciati da soli al "fai-da-te" scaricano qua e là dei programmi di allenamento e alla fine esagerano con i carichi, sbagliano il gesto tecnico e si fanno male».
«Risultati? Pochi o nulli» - Una visione che corrisponde esattamente a quella di Laetitia Grossini, responsabile Ticino per la Federazione svizzera dei Centri fitness e di salute. «In queste palestre a basso costo ci si affida maggiormente al trainer online o, peggio, al video preso dai social. I risultati, se arriveranno, saranno molto più lenti».
«C'è chi molla e non torna più» - Motivo, questo, che facilità l'abbandono dell'attività fisica: «Se non viene disegnato un percorso ad hoc, la frustrazione generata dalle aspettative disattese è dietro l'angolo. E non tutti si spostano verso realtà che offrono un servizio più completo. C'è chi, semplicemente, molla. Un peccato».
Troppi ragazzini, minore qualità - Un punto di vista inedito e interessante lo offre Gabriele Vetro, che per il bodybuilding in Ticino, come atleta e trainer, è un punto di riferimento: «Purtroppo l’abbassamento dell’età media nelle palestre ha portato a un abbassamento generale del livello della qualità», spiega.
Per lui non è solo una questione di istruttori: «Come ci sono personal trainer di "serie A" e di "serie B", ci sono clienti che hanno voglia di migliorare e chi invece si inscrive solo perché va di moda. Da ambo le parti se non c'è passione non c'è successo». Il fitness fatto bene? «Dovrebbe essere un po’ come andare a scuola: pratica e teoria dovrebbero essere un percorso graduale e continuo. Molti clienti invece si inscrivono e pensano basti YouTube e TikTok, con tutti i rispettivi pseudo-guru del settore. Ma non è così», conclude.