Stretta su chi chiede asilo per trattamenti sanitari: «Troppi abusi»

Lo chiede una mozione già approvata dal Nazionale, raccomandata dalla CIP-S
BERNA - Il fenomeno delle domande d'asilo presentate per approfittare di un trattamento medico in Svizzera va arginato. Lo chiede una mozione, già approvata dal Consiglio nazionale nel maggio scorso, che la Commissione delle istituzioni politiche degli Stati (CIP-S) raccomanda di accogliere (8 voti a 3 e tre astensioni).
Molti cittadini provenienti da Paesi che non riconoscono il diritto all'asilo arrivano in Svizzera per ricevere cure mediche a spese dello Stato, spesso con costi elevati, sostiene nel suo testo la consigliera nazionale Jacqueline de Quattro (PLR/VD). La vodese ha citato il caso di alcuni georgiani che hanno presentato una domanda senza probabilità di successo, approfittandone per farsi curare. Poi sono tornati nel loro Paese d'origine.
Benché tragici, i casi in questione concernono persone che non hanno alcuna possibilità di essere accolte, giacché prive della qualità di rifugiato, e non devono quindi gravare sul settore dell'asilo. indica una nota odierna dei servizi parlamentari. Per la CIP-S, tali domande di protezione costituiscono un evidente abuso del sistema e non devono pertanto essere tollerate.
Statuto S e permesso di dimora - Sempre nel corso della sua seduta, la commissione ha invece respinto una mozione del consigliere nazionale Reto Nause (Centro/BE), approvata dalla Camera del popolo, mediante la quale s'intende migliorare l'integrazione degli Ucraini con statuto di protezione S affinché possano ottenere un permesso di dimora dopo tre anni, a condizione che esercitino un'attività lucrativa.
Ma la CIP-S, con 8 voti a 5, pur riconoscendo il fabbisogno di manodopera espresso dall'economia, crede che non sia giustificato concedere un trattamento privilegiato ai beneficiari dello statuto S rispetto ad altre categorie di stranieri, in particolare le persone ammesse provvisoriamente. La commissione rileva inoltre che il Consiglio federale ha avviato di propria iniziativa diverse misure volte a migliorare l'integrazione professionale dei profughi ucraini.