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SVIZZERA

Il piano di Rösti per tassare le auto elettriche

Conducenti green chiamati alla cassa: la manovra punta a compensare le accise perse alla pompa di benzina sui carburanti.
20min/Stefan Lanz
Fonte SonntagsZeitung
Il piano di Rösti per tassare le auto elettriche
Conducenti green chiamati alla cassa: la manovra punta a compensare le accise perse alla pompa di benzina sui carburanti.

BERNA - Un'imposta annuale per le auto elettriche. È quella che Albert Rösti intende introdurre a livello federale dal 2030, per compensare le accise pagate dai conducenti di veicoli a motore tradizionale. La proposta ha scatenato forti reazioni: Thomas Rücker, direttore di Auto-Schweiz, l’ha definita «un colpo mortale per la mobilità elettrica». I critici sostengono che la tassa graverebbe sulle famiglie e metterebbe a rischio gli obiettivi climatici. I Verdi liberali sono andati oltre, accusando il ministro di essere un «contromano politico», temendo che, se le auto elettriche diventassero più care, le loro già stagnanti vendite crollerebbero del tutto.

In effetti, i costi aggiuntivi stimati sono considerevoli: per un’auto di media grandezza la nuova tassa ammonterebbe a circa 800 franchi all’anno, calcolata su 15.000 chilometri e in base al peso del veicolo.

Con la tassa, auto elettrica sempre più conveniente - Secondo quanto riportato dalla Sonntagszeitung, però, le auto elettriche resterebbero comunque più convenienti rispetto a quelle a benzina o diesel. Un confronto tra la VW Tiguan – il SUV a combustione più venduto in Svizzera – e la sua versione elettrica, l’ID.4, mostra che oggi la elettrica fa risparmiare in media 1.300 franchi l’anno. Anche considerando la nuova tassa di Rösti, la versione a batteria costerebbe comunque 500 franchi in meno. Il calcolo comprende tutte le spese: assicurazione, manutenzione, ammortamento, ricarica e tasse automobilistiche, basandosi sulle tariffe della città di Zurigo.

Per Andreas Block, docente di gestione automobilistica alla ZHAW, questo risparmio è un fenomeno temporaneo: finora le case automobilistiche hanno puntato soprattutto su modelli grandi e costosi, ma la tendenza sta cambiando e le piccole auto elettriche diventeranno presto molto più economiche. Block è convinto che la tassa non scoraggerà gli acquisti: «Le tasse raramente sono decisive; conta di più che il veicolo soddisfi le esigenze dell’acquirente».

Opinioni contrastanti - Non tutti la pensano allo stesso modo: Frank Keidel di Auto-Schweiz avverte che «una tassa aggiuntiva è il segnale peggiore possibile: lo Stato frena la mobilità elettrica invece di sostenerla». Le vendite di auto elettriche, del resto, sono stagnanti dall’anno scorso. C’è chi, come il consigliere nazionale Jon Pult (PS), ritiene prematuro introdurre la tassa: «L’obiettivo deve essere l’elettrificazione del traffico; aprire il dibattito ora manda un segnale sbagliato». Dall’altra parte, il campo borghese sostiene la misura: «È giusto che anche i conducenti di auto elettriche contribuiscano ai costi delle infrastrutture», afferma Christian Wasserfallen (FDP), sottolineando che con il calo delle auto a combustione diminuiscono le entrate dalle accise. Thomas Hurter (UDC) condivide il principio, ma propone una tassa forfettaria semplice, evitando sistemi complessi basati sui chilometri o sul consumo di energia.

Tassa alle colonnine di ricarica - Le modalità della tassa non sono ancora definite. Rösti propone due opzioni: una sovrattassa sull’elettricità di 22,8 centesimi per kilowattora alle stazioni di ricarica, oppure una tassa per chilometro percorso, variabile in base al peso del veicolo. Restano aperte le questioni del conteggio dei chilometri percorsi solo in Svizzera e della privacy. La soluzione proposta è l’autodichiarazione da parte degli automobilisti, una misura che non manca di far storcere il naso

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