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CAMERE FEDERALI

«I farmaci acquistati all'estero non vanno rimborsati»

Il Consiglio degli Stati ha respinto una mozione che chiedeva una modifica legislativa in tal senso.
Depositphotos (alexkalina)
Fonte ats
«I farmaci acquistati all'estero non vanno rimborsati»
Il Consiglio degli Stati ha respinto una mozione che chiedeva una modifica legislativa in tal senso.

BERNA - I farmaci acquistati all'estero non vanno rimborsati dalle casse malattia. È quanto pensa il Consiglio degli Stati che per 23 voti a 19 ha respinto una mozione di Marcel Dobler (PLR/SG) già approvata dal Nazionale col beneplacito del governo. Il dossier è liquidato.

Nel dettaglio, il consigliere nazionale sangallese chiedeva una modifica legislativa per fare in modo che l'assicurazione sanitaria obbligatoria rimborsi i medicamenti o i mezzi ausiliari acquistati da clienti privati all'estero e non spediti loro per posta. Due le condizioni poste: il prodotto acquistato deve essere omologato nel nostro Paese e prescritto da un medico svizzero; e l'articolo deve essere più economico di quello venduto nella Confederazione.

Ma in aula l'ha spuntata la maggioranza della commissione, contraria ad allentare il principio di territorialità e inquieta per la sicurezza dei pazienti e per le farmacie ubicate nei Cantoni di frontiera, come sostenuto da Maya Graf (Verdi/BL). Andrea Gmür-Schönenberger (Centro/LU) ha poi giudicato strano che il Consiglio federale e il parlamento abbiano deciso di adoperarsi per limitare il turismo degli acquisti e adesso siano favorevoli a questa mozione. Per parte del plenum, il prezzo dei farmaci, come quello delle verdure che si acquistano al supermercato, rispecchia anche i salari più elevati pagati in Svizzera.

Ma per Baptiste Hurni (PS/NE), le differenze di prezzo di determinati farmaci sono scioccanti. Non è possibile, ha dichiarato, che un medicamento per smettere di fumare che mi procuro in Francia costi 10 euro, mentre lo stesso prodotto in vendita in una farmacia di Berna sia venduto a 79 franchi. I margini, a suo avviso, per chi è attivo nel settore sono semplicemente troppo elevati, per il "senatore" socialista.

A parere di Hurni, presidente dell'associazione svizzera dei pazienti, bisogna fare qualcosa per limitare l'esplosione dei costi sanitari. Ma, ogniqualvolta se ne presenta l'occasione, «si trova sempre una scusa per non fare nulla al fine di non dare un dispiacere a determinati interessi consolidati».

Nel suo intervento, la "ministra" della sanità, Elisabeth Baume-Schneider, favorevole alla mozione, ha spiegato che non si tratta di allentare il principio di territorialità, bensì di concedere la possibilità di acquistare determinati farmaci all'estero dietro rimborso, ad esempio per chi si trova fuori confine per trascorrere le vacanze o per lavoro, e a precise condizioni. Quanto alla sicurezza, ha aggiunto, si tratta di un problema visto che buona parte dei paesi confinanti applica criteri comparabili ai nostri in merito alla sicurezza dei medicinali.

A ogni modo, ha rassicurato - invano - la consigliera federale socialista, non dovremmo esagerare le ripercussioni per i farmacisti, giacché parliamo di farmaci di uso comune e di un numero esiguo di persone che potrebbero essere interessate, tenuto conto che un eventuale acquisto all'estero significa anche un investimento di tempo non disprezzabile (oltre allo spostamento ci si deve poi attivare per chiedere il rimborso, un'operazione che richiede tempo).

Oltre a ciò, la mozione richiede una modifica legislativa da parte del governo e, quindi, la possibilità per il parlamento di dire la sua. In merito alla sicurezza, ha spiegato Baume-Schneider nel tentativo non riuscito di convincere gli scettici, «potremmo senz'altro limitare i medicinali interessati, escluderne altri, come gli antitumorali, nonché limitare il numero di Paesi, per motivi di sicurezza, dove potersi procurare un farmaco dietro rimborso».

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COMMENTI
 

gabola 3 sett fa su tio
a qualcuno dava fastidio che si faceva notare che si ingrassano le farmacie oltre frontiera o che qualcuno ci avrebbe fatto la cresta?

Mar 3 sett fa su tio
Un regalo alle lobby farmaceutiche tanto sappiamo che sono tutti coinvolti

M70 3 sett fa su tio
costi troppo alti in Svizzera e sempre più farmacie con farmacisti frontalieri!

gabola 3 sett fa su tio
ma sì dai,ingrassiamo anche le farmacie oltre frontiera con i soldi delle casse malati,magari anche con fatture gonfiate così ci rimane attaccato qualcosa anche a noi,si manda sempre più in basso questo povero cantone

Jocaalje 3 sett fa su tio
I lobbysti continuano con i loto poteri su noi cittadini schiavi di questo meccanismo perverso LAMAL. Togliere le lobby sembra complicato qui in CH. In Svezia Norvegia è sicuramente gestita meglio. Perché non si riesce qui. Che 🤮

Jocaalje 3 sett fa su tio
Risposta a Jocaalje
Ah già dimenticavo e mi rispondo da solo; gli svizzeri sono i numeri un in tutto, ecco perché
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