Dazi, Cassis si difende: «Improvvisamente tutti sono diventati allenatori e sanno come fare gol»

Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) respinge al mittente le critiche: «Sappiamo fare il nostro lavoro».
BERNA - Dopo l' annuncio dei dazi statunitensi del 39% sulle esportazioni svizzere, il Ministro degli Esteri Ignazio Cassis è sotto accusa. Si dice che sia in parte responsabile del pessimo esito dei negoziati.
Secondo quanto riportato dai media, non era a Washington per l'incontro in extremis (a cui hanno partecipato la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, e il vicepresidente Guy Parmelin), bensì in vacanza. L'UDC lo ha criticato accusandolo di essere troppo passivo.
Intervistato dalla SRF, per la prima volta ha rotto il silenzio: «La responsabilità è distribuita tra i dipartimenti che hanno competenze in materia di manipolazione valutaria, tariffe doganali e accordi commerciali: tutto ciò è chiaramente regolamentato», ha sottolineato Cassis.
In risposta alle critiche secondo cui avrebbe potuto usare i suoi contatti con importanti personaggi del mondo degli affari per far cambiare idea a Trump, ha replicato: «Conosciamo il nostro lavoro. Voi siete giornalisti, noi siamo membri dell'esecutivo e sappiamo cosa è necessario fare».
Quindi ha aggiunto: «Questa discussione mi sembra simile a quelle che si tengono durante le partite di calcio della nazionale. Improvvisamente abbiamo nove milioni di allenatori, e tutti sanno come segnare un gol. Ma è la squadra a segnare quel gol, non chi dice come farlo».
In chiusura ha confermato però la necessità di un secondo round di negoziati con gli Stati Uniti: «Serviranno ulteriori tentativi prima che funzioni».