In carcere per aver aggredito l’ex moglie, ma era tutto falso

Una 43enne è stata condannata per false accuse e sequestro di persona. Aveva accusato l’ex marito per quattro aggressioni fisiche.
BASILEA CAMPAGNA - Le ferite erano false e il presunto aggressore neppure si trovava in Svizzera. Sono questi i contorni di una vicenda che il tribunale penale di Muttenz (Canton Basilea Campagna) ha risolto ieri 8 ottobre, condannando una 43enne per ripetute false accuse e sequestro di persona con circostanze aggravanti. Lo riporta la BaslerZeitung.
Quattro denunce - La donna aveva sporto tre denunce nel 2017 per aggressioni fisiche da parte del suo ex marito. Dopo l’intervento della Polizia, era stata ospedalizzata per curare le ferite riportate nell’aggressione. Nel frattempo l’uomo è finito dietro le sbarre per tre mesi.
Durante il processo il presidente del tribunale Robert Karrer ha però confutato la tesi della donna provando che le lesioni documentate erano autolesionistiche.
L'ex marito non era in Svizzera - I piani di lavoro dell'ex marito, le testimonianze e i dati del cellulare dell'uomo hanno dimostrato che egli si trovava in Francia quando sono avvenute le aggressioni descritte dalla condannata.
Inoltre, nell'ultima denuncia alla polizia, la donna aveva affermato di aver prelevato una grossa somma di denaro che il suo ex le aveva rubato. I dati bancari dimostrano però che la donna non aveva prelevato alcun denaro.
Tante bugie? - Durante il processo, un'esperta ha attestato che la condannata soffrisse di «dipendenza dalla menzogna».
«Sulla base delle affermazioni della condannata, che si era presentata come vittima di violenza domestica, è stato avviato un procedimento e una ricerca internazionale», ha spiegato Karrer. La colpa dell'arresto del suo ex marito ricade chiaramente sulla condannata. «Ha usato le autorità per i propri scopi». Il movente rimane tuttavia poco chiaro.
La condanna - I tre mesi di prigione sono costati all’uomo il posto di lavoro, ma la 43enne non ha mostrato alcun segno di pentimento.
Il tribunale l’ha condannata a una pena detentiva condizionale di due anni e a una multa di 2000 franchi. Il periodo di prova è di tre anni. Per quanto riguarda le richieste di risarcimento (24mila franchi e un indennizzo di 15mila) del suo ex marito, il tribunale rimanda al procedimento civile.