Spara contro una lince, nei guai un allevatore


Il procedimento giudiziario ai danni di un 58enne: «I cani e le recinzioni elettrificate non funzionano».
Il procedimento giudiziario ai danni di un 58enne: «I cani e le recinzioni elettrificate non funzionano».
BERNA - Un colpo di pistola sparato per spaventare una lince rischia ora di costare caro a Hanspeter, 58 anni, allevatore del Simmental (canton Berna). L’uomo, temendo per i suoi vitelli, aveva sparato con una pistola a salve contro la lince a fine giugno. La sua azienda agricola si trovava però in una zona di quiete faunistica, dove l’uso di armi è vietato. Pochi giorni dopo, due guardiacaccia si sono presentati alla sua porta per sequestrare l’arma.
«Non sapevo che il mio terreno fosse in una zona di protezione. Non ho Internet e non leggo i giornali», si è difeso il contadino, interpellato da 20Minuten.
Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente, in Svizzera vivono circa 350 linci. Ogni anno vengono riconosciute e indennizzate in media 50 predazioni di bestiame attribuite al felino. Hanspeter sostiene però che da quando, nel 2011, ha iniziato a vedere la lince aggirarsi nei pressi del suo terreno, il numero di camosci, cervi e marmotte è calato drasticamente. «Finora nessuno dei miei animali è stato attaccato, ma è solo questione di tempo», ha avvertito.
Da 16 anni il contadino gestisce un’alpe di 35 ettari con una mandria di 27 bovini. Le misure di protezione ufficiali, come cani da guardia o recinzioni elettrificate, non lo convincono: «I cani sono aggressivi, possono trasmettere malattie e non fermano comunque una lince. Con i recinti è impossibile: basta un albero e l’animale li scavalca».
Per lui, l’unica soluzione resta l’abbattimento. Una posizione che però contrasta con quella degli esperti. «I cani da protezione sono impiegati da millenni e, se ben addestrati, risultano molto efficaci», replica Felix Hahn della Fachstelle Herdenschutzschweiz.
Il procedimento contro Hanspeter è ancora in corso.