«Mio figlio piangeva e io, ammanettata, non potevo consolarlo»

Una donna turca con i suoi tre bambini sarebbe stata prelevata da un centro ed espulsa dalla Svizzera da sedici poliziotti
LUCERNA - Non ha potuto consolare il figlio di nove mesi che piangeva, è stata ammanettata, dopo essere stata prelevata da sedici agenti insieme ai suoi tre bambini.
La denuncia arriva dall'associazione Migrant*innenparlament Luzern, che rende noto all'opinione pubblica il caso di una donna turca, residente in Svizzera da due anni, che sarebbe stata espulsa forzatamente con i figli.
Via i telefoni - La famiglia viveva in una struttura d’emergenza per richiedenti asilo a Lucerna. Un testimone ha raccontato che a tutti i residenti sono stati tolti i telefoni per non permetter loro di filmare l'intervento che ha condotto la madre e i tre ragazzini, di dieci anni, quattro anni e nove mesi, all'aeroporto di Zurigo.
In Turchia senza casa - Secondo l'associazione, sono intervenuti sedici poliziotti e alla donna, con cui sono state usate le manette, non le è stato permesso di prendersi cura del neonato mentre piangeva in modo inconsolabile.
Lei denuncia, via WhatsApp, di trovarsi ora nel suo paese di origine, dove non ha più una casa. Non riuscirebbe a elaborare «le cose molto gravi che ha vissuto» e sarebbe, assieme al bambino più grande, in cura da uno psicologo.
La versione delle autorità - Migrant*innenparlament Luzern chiede chiarezza. Dal canto loro, la polizia lucernese conferma di aver svolto un intervento «proporzionale e adeguato alla situazione» e il Consiglio di Stato lucernese chiarisce che la famiglia era già stata invitata, senza successo, a lasciare volontariamente la Svizzera. L'associazione desidererebbe anche una moratoria per l'espulsione di nuclei familiari con figli minorenni.