Cassis riceve a Bellinzona il ministro degli Esteri cinesi Wang Yi

Dopo il colloquio, i due ministri hanno rilasciato una dichiarazione congiunta ai piedi del Castelgrande.
BELLINZONA - Il consigliere federale Ignazio Cassis ha incontrato oggi a Bellinzona il suo omologo cinese, il ministro degli esteri Wang Yi. L'incontro è stato organizzato in occasione del quarto round del dialogo strategico tra la Svizzera e la Cina.
Dall'ottobre 2002 Wang fa parte dell'Ufficio politico del Partito Comunista Cinese. Dopo il colloquio, i due ministri hanno rilasciato una dichiarazione congiunta ai piedi del Castelgrande.
La visita di Yang nella Confederazione ha coinciso con il 75mo anniversario dell'instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. In quell'occasione - nel 1950 - la Svizzera di Max Petitpierre era stata una delle prime nazioni occidentali a riconoscere la Repubblica Popolare Cinese di Mao.
Negli ultimi decenni il commercio tra la Svizzera e la Cina ha registrato una rapida crescita. Tuttavia, l'intensificarsi delle relazioni economiche è stato ripetutamente ostacolato da tensioni legate alle violazioni dei diritti umani in Cina. Ecco una cronologia degli avvenimenti più importanti.
- Nel mese di gennaio 1950 la Svizzera riconosce la Repubblica Popolare Cinese. Tra gli Stati occidentali solo la Gran Bretagna e gli Stati scandinavi compiono un passo simile con analoga tempestività. La maggior parte degli Stati occidentali segue l'esempio degli Stati Uniti e mantiene inizialmente le relazioni con il governo nazionalista cinese rifugiatosi a Taiwan dopo la guerra civile cinese.
- 1974: Il ministro degli esteri svizzero Pierre Graber guida la prima missione economica svizzera in Cina. Dopo l'avvio delle riforme economiche di Deng Xiaoping alla fine degli anni '70, le relazioni commerciali tra i due Paesi acquisiscono rapidamente importanza.
- 1991 Svizzera e Cina concordano un dialogo annuale sui diritti umani.
- Marzo 1999: Durante la visita del capo di Stato e di partito cinese Jiang Zemin a Berna si verifica un incidente diplomatico: durante il ricevimento ufficiale davanti al Palazzo federale, alcuni tibetani in esilio si arrampicano sui tetti che circondano l'edificio. Sventolano bandiere e cartelloni su cui si legge "Free Tibet". Indignato, Jiang Zemin interrompe il ricevimento e marcia risoluto verso il Palazzo federale. All'allora presidente della Confederazione Ruth Dreifuss fa sapere: "Avete perso un buon amico".
- Luglio 2013: Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann firma a Pechino l'accordo di libero scambio tra la Svizzera e la Repubblica popolare cinese. Dopo l'Islanda, la Svizzera è il secondo paese in Europa ad aver concluso un accordo di questo tipo con la Cina. Già dal 2010 la Repubblica popolare cinese è il principale partner commerciale della Svizzera in Asia e il terzo partner commerciale in assoluto dopo l'UE e gli Stati Uniti.
- Gennaio 2017: Per la prima volta dal 1999, un capo di Stato cinese, Xi Jinping, visita la Svizzera. Berna e Pechino firmano una serie di accordi e intese. La visita di due giorni è accompagnata da proteste dei tibetani in esilio, ma questa volta non si verificano incidenti.
- 2019: La Svizzera firma una lettera all'ONU in cui si chiede la chiusura dei cosiddetti "campi di rieducazione" per i membri della minoranza uigura nella regione dello Xinjiang. La Cina annulla quindi i colloqui sul dialogo riguardante i diritti umani. Questo dialogo riprenderà solo nel 2023.
- Marzo 2020: In seconda lettura, il Consiglio nazionale approva una mozione sull'introduzione di controlli statali sugli investimenti. Nell'ottobre 2025 il progetto di attuazione è ancora in sospeso in Parlamento. Uno dei fattori scatenanti per l'avvio dei lavori sul progetto di legge è stato tra l'altro l'acquisizione del gigante agrochimico svizzero Syngenta da parte dell'azienda statale Chem China nel giugno 2017. Il progetto è quindi denominato anche "Lex China".
- Marzo 2021: Il Consiglio federale presenta la prima strategia della Svizzera nei confronti della Cina. Il governo punta, secondo le sue stesse dichiarazioni, su un dialogo costruttivo e critico, anche in materia di diritti umani. L'ambasciatore di Pechino a Berna accusa per questo la Svizzera di ingerenza negli affari interni della Cina.
- Dicembre 2022: Il Consiglio federale decide di non adottare le sanzioni imposte dall'UE alla Cina per la repressione della minoranza uigura. La decisione diventa di dominio pubblico solo nell'ottobre 2023 grazie a un articolo pubblicato dalla "NZZ am Sonntag".
- Gennaio 2024: L'allora Primo Ministro cinese Li Qiang partecipa al Forum economico mondiale di Davos (GR) e rende visita ufficiale alla Presidente della Confederazione Viola Amherd. I due Stati concordano di avviare negoziati per modernizzare l'accordo di libero scambio.