Ginevra internazionale in crisi da quando c'è Trump

La hotellerie di lusso di Ginevra in crisi per il calo delle attività diplomatiche. Pesa l’orientamento nazionalista di Trump.
GINEVRA - Gli albergatori di Ginevra sono preoccupati. Il calo delle attività diplomatiche e multilaterali colpisce la città e mette sotto pressione l'hotellerie a cinque stelle. Con la presidenza di Donald Trump, l’orientamento della politica internazionale si è spostato dal multilateralismo verso logiche più nazionaliste. Una scelta che penalizza duramente Ginevra, capitale mondiale della diplomazia, secondo un reportage pubblicato oggi su diversi quotidiani oltre Gottardo. Solo negli ultimi anni, circa 3.000 posti di lavoro sono stati tagliati tra Nazioni Unite, Croce Rossa e altre organizzazioni, mentre diverse istituzioni valutano di trasferirsi in Paesi meno costosi. Anche il ruolo di Ginevra come sede di colloqui di crisi viene insidiato da concorrenti come la Turchia.
Turismo e alberghi sotto pressione - La conseguenza è evidente: meno delegazioni e meno pernottamenti. Secondo Adrien Genier, direttore di Ginevra Turismo, nel 2025 gli arrivi legati alle attività delle organizzazioni internazionali sono calati del 15–20%. Per il 2026 si temono perdite tra il 30 e il 40%. Al contrario di altre città svizzere, anche il traffico aereo all’aeroporto di Cointrin registra un leggero calo. Il colpo è pesante per la hotellerie, visto che Ginevra ha la più alta densità di hotel di lusso del Paese. «La Genève internazionale è essenziale per riempire le nostre 333 camere», spiega Daniel Arbenz, direttore dell’Intercontinental. Ma ammette: «Viviamo nell’incertezza. Non sappiamo cosa ci riserva il futuro».
Investimenti milionari per cambiare rotta - Per fronteggiare la crisi, i grandi alberghi si stanno rinnovando. Sei strutture a cinque stelle sono in fase di ristrutturazione, per un valore complessivo stimato di oltre 700 milioni di franchi. Il Beau-Rivage, sulla promenade del lago, amplia ristoranti, terrazza e apre un nuovo centro benessere. «Vogliamo attrarre più turisti di piacere, meno dipendenti dal turismo d’affari», spiega il direttore Robert Herr. Il Metropole, di proprietà della città di Ginevra, sta investendo 45 milioni di franchi per ridurre il numero di camere da 127 a 102, rendendole più spaziose e adatte a chi soggiorna più a lungo. L’Intercontinental punta invece ad aumentare la quota di ospiti svizzeri e asiatici, tradizionalmente sottovalutata. Dopo la pandemia, la clientela elvetica è già passata dal 20 al 25%.
Sostegno federale e prospettive future - Il Consiglio federale ha chiesto al Parlamento un pacchetto da 269 milioni di franchi fino al 2029 per sostenere il ruolo di Ginevra come capitale della diplomazia internazionale. Nel frattempo, gli albergatori sperano che eventi speciali – come la recente UEFA Women’s Euro – possano compensare la perdita di clientela istituzionale.«La situazione resta fragile, ma lo spettacolo deve continuare», commenta Arbenz. L’incognita, tra timori e speranze, resta sempre la stessa: la diplomazia internazionale tornerà davvero a scegliere Ginevra?