Cerca e trova immobili
ZURIGO

Multimilionari vendendo mascherine a 10 franchi l'una, la Procura archivia tutto

Fra gli acquirenti dell'azienda guidata da due giovani imprenditori, arricchitisi durante il Covid, anche la Confederazione (e l'esercito). L'azienda: «Era il giusto prezzo di mercato»
Deposit/Emix Trading AG
Multimilionari vendendo mascherine a 10 franchi l'una, la Procura archivia tutto
Fra gli acquirenti dell'azienda guidata da due giovani imprenditori, arricchitisi durante il Covid, anche la Confederazione (e l'esercito). L'azienda: «Era il giusto prezzo di mercato»

ZURIGO - Si erano arricchiti a dismisura - acquistando yacht, Ferrari e Bentley - durante la pandemia importando e vendendo mascherine di scarsa qualità - quando ce n'era carenza - a prezzi esorbitanti: dagli 8,50 fino a 9,90 al pezzo.

«Prezzo di mercato», avevano garantito i due titolari di Emix, i giovani rampanti Luca Steffen e Jascha Rudolphi che con i loro affari hanno sfiorato il miliardo di profitto. Fra i loro acquirenti, anche la Confederazione che in toto ne ha acquistate ben 700mila.

In particolare l'esercito di Viola Amherd ha sborsato 22 milioni per dei dispositivi FFP2 che, in molti casi, si sono poi rivelati guasti e inutilizzabili.

Nei loro confronti all'inizio del 2021 è stato aperto un fascicolo d'inchiesta da parte del Ministero pubblico del canton Zurigo. I reati ipotizzati: truffa e usura.

Come riportato dal sito web di notizie finanziarie Inside Paradeplatz, alla fine la Procura ha deciso di archiviare il caso.

Dal punto di vista legale, Steffen e Rudolphi - quindi - «non possono essere accusati di aver sfruttato l'emergenza coronavirus e di aver venduto mascherine a prezzi gonfiati».

Soddisfatta la replica dell'azienda: «Emix è molto lieta che anche la Procura abbia concluso che non vi è alcun sospetto di usura», ha dichiarato una portavoce al portale.

«I prezzi corrispondevano – come Emix ha sempre sottolineato fin dall'inizio dell'indagine – a quelli in vigore durante il Covid. Nessun acquirente, inoltre, avrebbe mai sostenuto nel corso dell'indagine che non corrispondessero a quelli di mercato», prosegue la dichiarazione.

Il messaggino WhatsApp che aveva fatto discutere
«Attualmente abbiamo ordini aperti per 15 milioni di maschere. Ma la cosa più intelligente da fare è tenerle in magazzino per una o due settimane e venderle in Europa con un profitto maggiore. In Italia, Germania e Svizzera è tutto esaurito e non riescono a procurarsi altra merce perché di solito la comprano in Cina... E loro (i cinesi) hanno un divieto di esportazione delle maschere perché ne hanno bisogno loro stessi. Spero che venga dichiarata una pandemia, allora lo Stato comprerà tutto a prezzi esagerati»», è il presunto messaggio Whatsapp di uno dei due boss di Emix che era stato pubblicato dai quotidiani del gruppo Tamedia, facendo scattare un putiferio anche perché l'azienda non lo aveva smentito ma aveva dichiarato che era stato «estrapolato dal contesto».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE