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SVIZZERA

Due anni di carcere in Serbia per traffico di stupefacenti: «Non lo augurerei a nessuno»

Nel 2017 la 37enne Iris si fidò di amici comuni tentando di superare il confine con 4 kg di cannabis nel bagagliaio, non le andò bene. La sua storia.
Getty Images/500px
Due anni di carcere in Serbia per traffico di stupefacenti: «Non lo augurerei a nessuno»
Nel 2017 la 37enne Iris si fidò di amici comuni tentando di superare il confine con 4 kg di cannabis nel bagagliaio, non le andò bene. La sua storia.

ZURIGO - Una donna svizzera è stata fermata nelle Filippine durante un controllo di routine all'aeroporto di Manila con sei chilogrammi di metanfetamina nel bagaglio. Si stima che la droga valga poco più di mezzo milione di franchi svizzeri. La sospettata, ora, rischia diversi anni di carcere nelle Filippine.

La lettrice di 20 Minuten Iris*, ha vissuto sulla sua pelle quello che si prova a trovarsi in carcere in un Paese straniero. La donna, che oggi ha 44 anni, è finita in carcere in Serbia nel 2017, per un caso di spaccio di stupefacenti

«Ero indebitata, mi era anche arrivato un precetto esecutivo. Non volevo dover implorare soldi da mia madre», racconta. Sembra caduta dal cielo la proposta che le arriva via Facebook da un amico comune: «Una settimana di vacanza in Serbia, un po' di sole e buon cibo. Mi offrivano anche l'opportunità di guadagnare qualche soldo extra». Il guadagno, lo avrete già capito, era legato a un illecito: contrabbandare cannabis in Germania.

Con quattro chilogrammi di marijuana nel bagagliaio della sua auto, Iris tentò il varco del confine di Stato: «Non mi consegnarono la cannabis, mi pentii del mio accordo». Controllata dal personale delle dogane, venne istantaneamente arrestata: «Sono stata un'ingenua, non potevo immaginare le conseguenze che avrei dovuto affrontare».

Inizialmente, le autorità serbe le avevano garantito che avrebbe dovuto scontare solo dieci giorni di carcere e poi sarebbe stata rilasciata. La realtà si è rivelata ben diversa: «Ho finito per scontare un anno di custodia cautelare e un anno e mezzo in un carcere a cielo aperto in Serbia», spiega Iris.

Il sistema giudiziario serbo impone pene severe per i reati di droga. Il traffico di cannabis prevede pene detentive da tre a dodici anni se vengono trasportate o vendute grandi quantità.

La Svizzera e la Serbia hanno un accordo di estradizione. Tuttavia, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) le ha raccomandato di scontare la pena detentiva in loco, cosicché la sentenza non sarebbe stata registrata in Svizzera e si sarebbe trovata con una fedina penale intonsa.

Iris ha seguito questo consiglio. Ha trascorso la sua custodia cautelare da sola in una cella: «Senza libri, senza radio, senza compagni di prigionia, senza telefono». Aveva solo un'ora d'aria al giorno: «Il resto del tempo lo trascorrevo con i miei pensieri».

È stato un periodo decisamente difficile: «Mi assumo tutte le colpe, non giustifico affatto quello che ho fatto ma comunque non lo augurerei davvero a nessuno». In Serbia le carceri sono dure e gestite in maniera militare: «Rispetto alla Svizzera è tutta un'altra cosa, oltre ai libri e ad altre comodità si possono incontrare anche i propri cari, in alcuni casi è possibile lavorare. Cosa mi ha dato il coraggio di resistere? A volte una guardia mi lasciava di nascosto dei libri da leggere».

*vero nome noto alla redazione.

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