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Fitness tracker in palestra: imprecisi, ma restano utili

I testi lo dimostrano: sbagliano nelle misurazioni, soprattutto quando aumenta lo sforzo. La loro utilità però non è nel singolo allenamento, ma nella capacità di fornire una panoramica più ampia sul proprio stato di salute.
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Fonte NZZ
Fitness tracker in palestra: imprecisi, ma restano utili
I testi lo dimostrano: sbagliano nelle misurazioni, soprattutto quando aumenta lo sforzo. La loro utilità però non è nel singolo allenamento, ma nella capacità di fornire una panoramica più ampia sul proprio stato di salute.

ZURIGO - Gli orologi fitness sono ormai compagni abituali anche in sala pesi. Ma quanto sono affidabili? I test - riporta oggi la NZZ - mostrano che, se usati durante allenamenti di forza, raccolgono dati spesso imprecisi. Eppure, secondo gli esperti, i wearable mantengono un ruolo importante: non tanto per la singola sessione, quanto per il monitoraggio a lungo termine di abitudini e benessere.

Nessuno è infallibile - L'esperimento condotto da un appassionato sportivo austriaco, “SportuhrenGuru”, su YouTube, è rivelatore: tre serie da otto ripetizioni con diversi esercizi, monitorate al polso con vari smartwatch e confrontate con una fascia toracica. Nessun dispositivo ha superato la prova senza errori: squat scambiati per stacchi, panca piana al posto del military press, ripetizioni contate male e persino serie inventate. Anche la misurazione della frequenza cardiaca è risultata imprecisa.

L'Apple Watch è il più affidabile - Risultati analoghi emergono dalle ricerche di Olaf Ueberschär, biomeccanico presso la Facoltà di scienze motorie a Lipsia. La maggior parte dei modelli in commercio non è validata scientificamente e gli algoritmi si basano su campioni ristretti. Uno studio condotto su dieci smartwatch durante la corsa ha evidenziato deviazioni dal 1 al 10% nella misurazione delle distanze, con errori più marcati sulla pista di atletica rispetto ai percorsi all’aperto. Anche la frequenza cardiaca mostra discrepanze: l’Apple Watch è risultato il più affidabile, ma in un caso ha comunque sbagliato di 40 battiti al minuto. Non a caso Ueberschär parla di “morbo smartwatch”: ci sono persone per cui queste tecnologie semplicemente non funzionano.

Funzionano peggio quando servono davvero - La precisione, inoltre, peggiora con l’aumentare dello sforzo (falliscono dunque quando servono dati affidabili per evitare sovraccarico): più alto è il battito, più i sensori ottici al polso vengono disturbati dai movimenti, generando “artefatti da movimento” che compromettono la rilevazione. Chi cerca dati davvero accurati dovrebbe ricorrere alla fascia toracica, più scomoda ma molto più precisa. Un’alternativa sono i sensori da braccio o dispositivi esterni applicabili ai bilancieri, che però restano strumenti per sportivi esperti.

L'utilità resta - Nonostante i limiti, gli smartwatch hanno un valore riconosciuto. Per Ueberschär non conta tanto la precisione su serie e ripetizioni – dati che ognuno può annotare manualmente – quanto la capacità di fornire una panoramica più ampia: frequenza degli allenamenti, recupero, variazioni legate a cambiamenti nelle abitudini di vita. Il monitoraggio integrato, che include anche il sonno, aiuta a prevenire sovraccarichi e overtraining, oltre a motivare al rispetto delle pause.

Le aziende si muovono con approcci diversi. L’Apple Watch si concentra su frequenza cardiaca, durata e calorie, ma può essere potenziato con app di terze parti. Garmin offre profili dedicati al potenziamento muscolare, con funzioni di conteggio e monitoraggio integrate nelle serie Forerunner, Venu e Fenix. Whoop, invece, rinuncia al display e punta tutto sull’analisi della variabilità cardiaca e del recupero, con un coach basato su intelligenza artificiale. Il prezzo, però, è alto: serve un abbonamento annuale da circa 160 franchi.

Sempre più precisi, anche grazie all'IA - La direzione, secondo gli esperti, è chiara: la precisione dei sensori aumenterà e l’intelligenza artificiale consentirà di valorizzare i dati raccolti. Nell’attesa, chi usa un orologio fitness in palestra dovrebbe considerarlo per ciò che è: non uno strumento infallibile, ma comunque utile a costruire, col tempo, una visione più completa e consapevole del proprio allenamento.

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