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CAMERE FEDERALI

Salari, sì alla nuova legge per lo scambio di dati con l'Italia e la Francia

Via libera dal Consiglio Nazionale alla nuova legge sullo scambio delle informazioni salariali per frontalieri
Ti-Press (archivio)
Fonte ATS
Salari, sì alla nuova legge per lo scambio di dati con l'Italia e la Francia
Via libera dal Consiglio Nazionale alla nuova legge sullo scambio delle informazioni salariali per frontalieri

BERNA - Per poter applicare i nuovi accordi sull'imposizione dei frontalieri con l'Italia e sul telelavoro con la Francia, è necessaria una nuova legge federale per lo scambio di dati salariali. È quanto prevede un progetto governativo i cui contenuti sono stati approvati oggi dal Consiglio Nazionale con 128 voti contro 64. Il dossier passa ora agli Stati.

L'intesa con Roma per l'imposizione dei frontalieri prevede uno scambio automatico e reciproco delle informazioni necessarie ai fini dell'imposizione dei lavoratori frontalieri nello Stato di domicilio, ha dichiarato Sidney Kamerzin (Centro/VS) a nome della commissione. L'intesa con la Francia introduce anch'essa uno scambio automatico e reciproco delle informazioni necessarie ai fini dell'imposizione dei lavoratori dipendenti che risiedono in uno dei due Stati contraenti e che lavorano per un datore di lavoro situato nell'altro Stato contraente.

Per regolare tale scambio di dati è prevista una nuova legge che regola, in particolare, la trasmissione di informazioni tra le autorità fiscali cantonali e l'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC). Attualmente la Svizzera accoglie circa 400'000 frontalieri, la maggior parte dei quali risiede in Francia (circa 230'000) o in Italia (circa 90'000).

Solo l'UDC era contraria al progetto. Già in passato i democentristi si erano opposti agli accordi sullo scambio automatico di informazioni, ha sottolineato Thomas Burgherr (UDC/AG).

Più oneri per datori di lavoro

Lo scambio automatico comporterà, ha ammesso il Governo, un onere supplementare per i datori di lavoro interessati, in particolare per quelli che permettono ai propri lavoratori residenti in Francia di svolgere telelavoro. I datori di lavoro devono infatti rilevare i dati richiesti dai due accordi, ciò che implica un adeguamento dei sistemi informatici. Anche le piccole e medie imprese (PMI) sono interessate dalla regolamentazione. I due accordi non prevedono tuttavia possibilità di sgravio o eccezioni specifiche per tali imprese, motivo per cui la Svizzera non dispone del margine di azione per adottare eventuali semplificazioni nei confronti delle PMI.

Oggi la Camera del popolo si è discostata dal Consiglio federale solo su un punto. Contrariamente all'opinione della sinistra e dell'esecutivo, il Nazionale - con 127 voti contro 65 - non ha voluto che i datori di lavoro che commettono infrazioni per negligenza vengano puniti. Saranno sanzionate solo le infrazioni intenzionali: la multa è di 1000 franchi al massimo, che salirà a 10'000 franchi nei casi gravi o in caso di recidiva.

Dal canto suo, il consigliere nazionale Paolo Pamini (UDC/TI) avrebbe voluto restringere il perimetro di uso non fiscale di questi dati. Essenzialmente il democentrista ticinese avrebbe voluto che l'AFC autorizzasse un altro uso soltanto se il lavoratore interessato dai dati scambiati si fosse reso colpevole di reati fiscali, oppure per tutte quegli altri reati per i quali la Svizzera applicherebbe un'assistenza giudiziaria penale. Al voto però, la sua proposta è stata bocciata con 124 voti contro 64.

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