Cerca e trova immobili
VAUD

«Mi vergogno della mia divisa»

Un poliziotto di Losanna ha deciso di parlare dopo lo scandalo delle chat razziste e sessiste che ha colpito il corpo vodese.
20min/Sébastien Anex
Fonte 24Heures
«Mi vergogno della mia divisa»
Un poliziotto di Losanna ha deciso di parlare dopo lo scandalo delle chat razziste e sessiste che ha colpito il corpo vodese.

LOSANNA - La Polizia di Losanna è al centro della bufera. E non si tratta (solo) della morte, avvenuta nelle prime ore di domenica scorsa 24 di agosto, del 17enne in fuga da una pattuglia con uno scooter rubato. Dramma che ha scatenato da giorni la rabbia dei manifestanti. Lo scandalo che sta scuotendo le caserme vodesi riguarda i gruppi interni di WhatsApp nei quali circolavano messaggi dal contenuto razzista, antisemita, sessista e discriminatorio. 

Solo la punta dell'iceberg - Il Ministero pubblico ha già ordinato la sospensione di quattro agenti, ma secondo le informazioni emerse negli scorsi giorni sui media si tratta solo della punta dell’iceberg. Un vaso di Pandora che ha scomodato anche la Consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, la quale si è detta martedì «sinceramente scioccata» dalle rivelazioni all’interno del corpo vodese.

Nel caos, oltre alle varie prese di posizione delle autorità, ha trovato voce anche chi, finora, era rimasto in silenzio. «Anch’io sono scandalizzato per le immagini dei gruppi WhatsApp. Mi vergogno della mia divisa», ha ammesso un agente di Losanna che ha rilasciato un’intervista anonima ai colleghi di 24Heures. «Non sono però sorpreso che esista un razzismo sistemico (oltre ad antisemitismo e omofobia) all'interno della polizia. Il fatto che finalmente il problema sia venuto alla luce e che se ne parli è positivo».

«Mi vergogno» - Secondo l’agente all’interno del corpo vige una mentalità carica di pregiudizi e stereotipi misogini, omofobi e razzisti. «È un problema che spesso viene banalizzato. Penso che non si rendano nemmeno conto di ciò che dicono e ne minimizzino la gravità, ma per quanto mi riguarda, non mi fa ridere. Ogni pretesto è buono per accanirsi contro le minoranze. E non si può pensare che questo non abbia ripercussioni sul loro comportamento in servizio».

E le accuse non si fermano qui. «Nel corso della mia carriera ho notato più volte differenze di trattamento a seconda della persona che si trova di fronte al poliziotto», continua l’agente. «Con uno svizzero o un bianco il poliziotto è disposto a discutere, ma se si tratta di uno straniero, è facile che sia più aggressivo. Le minoranze percepiscono questo disprezzo, anche quando vengono a chiederci aiuto, mentre il nostro compito dovrebbe essere quello di proteggerle».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE