Tempo di dire addio

La morte di un figlio è il dramma più grande nella vita di un genitore. Cancro Infantile in Svizzera lancia una nuova campagna di sensibilizzazione su questo (delicatissimo) tema.
Per un genitore non c'è dolore più grande. Perdere un figlio è infatti un evento contro natura. Un'esperienza dolorosissima che - nella nostra società - è ancora tabù. Difficile parlarne. Complicatissimo andare avanti. «Molte famiglie si sentono semplicemente abbandonate nel loro dolore anche perché, per motivi di insicurezza, chi le circonda spesso non sa come reagire», sottolinea l'associazione mantello Cancro Infantile in Svizzera (vedi box) che proprio oggi - lunedì primo settembre - lancia una campagna di sensibilizzazione su questo (delicatissimo) tema. «Abbiamo scelto questo mese - ci spiegano - perché è quello dedicato alla consapevolezza sul cancro infantile celebrato in tutto il mondo».
Uno su cinque (non) ce la fa - Un connubio terribile, quello tra bambini e cancro, ma purtroppo reale. In Svizzera, infatti, ogni anno circa 350 giovanissimi si ammalano e uno su cinque non sopravvive a questa tremenda malattia. La perdita (per antonomasia) che viene ulteriormente ingigantita dalle difficoltà a elaborare il lutto e dall'isolamento sociale. Spesso infatti le persone vicine alle famiglie che hanno perso un figlio - non sapendo come affrontare la situazione - tacciono o si allontanano. «Abbiamo paura che nostra figlia cada nell’oblio, se nessuno più parla di lei», precisa un genitore a Cancro Infantile. «Ecco perché apprezziamo molto poter parlare di lei, anche se a volte è molto doloroso».
Genitori "orfani" e fratelli in lutto - Per le famiglie, la perdita di un figlio rappresenta una spaccatura profonda che cambia per sempre la loro vita. Un lutto che (spesso) si manifesta già durante la malattia, quando le speranze svaniscono. «Ogni famiglia è unica, ogni addio è diverso. Il lutto non è un processo graduale, non scompare da un giorno all’altro, ma cambia con il tempo», ci spiega la dottoressa Kathrin Hauri, caposervizio per l’assistenza palliativa pediatrica presso l’Ospedale pediatrico universitario di Basilea Città e Campagna.
«Cure che offrono sicurezza» - Le cure palliative pediatriche, infatti, non iniziano solo nell’ultima fase della vita, ma possono essere integrate già all’inizio del percorso terapeutico. «Offrono sicurezza, indeboliscono le paure e aprono alla possibilità di organizzare consapevolmente il tempo che rimane», spiega Cancro Infantile. «Al centro ci sono sempre la qualità della vita e l’accompagnamento di tutta la famiglia, sia dei genitori che dei fratelli, fino alla morte del bambino e oltre».
«Dare forza alle famiglie dando spazio al lutto» - Parlare apertamente, mostrare piccoli gesti di partecipazione, condividere ricordi e rituali può infatti contribuire a integrare gradualmente il lutto in questa nuova fase della vita. Un ambiente di persone che ascoltano, offrono sostegno concreto e non distolgono lo sguardo - conclude Cancro Infantile Svizzera - può essere di grande aiuto. «Per esperienza sappiamo che, oltre alle offerte professionali e a un ambiente sociale di supporto, anche lo scambio tra genitori afflitti dalla perdita svolge un ruolo importante, come nei gruppi di sostegno offerti dalle nostre organizzazioni aderenti», precisa il CEO Elena Guarnaccia. «Un altro contributo importante è dato anche dalla nuova piattaforma informativa digitale di Cancro Infantile in Svizzera: fornisce orientamento, sostegno e preziosi suggerimenti sulla vita con e dopo il cancro infantile».
Cancro Infantile in Svizzera - Da dieci anni Cancro Infantile in Svizzera si impegna, insieme alle sue organizzazioni aderenti, a migliorare in modo duraturo la situazione dei bambini e degli adolescenti malati di cancro e delle loro famiglie. «In qualità di associazione mantello lavoriamo per garantire un’assistenza medica e psicosociale ottimale durante e dopo la terapia, nonché per migliorare il quadro giuridico. Sosteniamo la ricerca sul cancro infantile, sensibilizziamo l’opinione pubblica e difendiamo, a livello politico, gli interessi delle persone colpite. Inoltre, nell’ambito dell’auto-aiuto e del follow-up, abbiamo creato l’unico punto di riferimento in Svizzera dedicato ai survivors, offrendo loro consulenza e sostegno».
Maggiori informazioni su www.cancroinfantile.ch