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SVIZZERA

Dopo la lettera trapelata ai media, Cassis bacchetta i funzionari

La condanna per l'atteggiamento poco fermo nei confronti di Israele da parte di un gruppo di dipendenti (poi finita sui domenicali) oggetto di una “strigliata” via mail: «Violazione forse anche grave».
20 Minuten/Matthias Spicher
Fonte Blick
Dopo la lettera trapelata ai media, Cassis bacchetta i funzionari
La condanna per l'atteggiamento poco fermo nei confronti di Israele da parte di un gruppo di dipendenti (poi finita sui domenicali) oggetto di una “strigliata” via mail: «Violazione forse anche grave».

BERNA - Una lettera firmata da 250 dipendenti del Dipartimento degli affari esteri (Dfae) indirizzata al capo, e consigliere federale, Ignazio Cassis. Il motivo: la sua posizione troppo poco netta sul conflitto israelo-palestinese.

Secondo i firmatari, il ticinese - peraltro in visita diplomatica proprio in quelle zone il 10-11 giugno scorsi - non era stato sufficientemente duro nella sua condanna dell'operato israeliano.

Il documento, ricorda il Blick, era poi trapelato alla stampa. In seguito il Dfae aveva proceduto a contattare i 250 autori per avere conferme in un atto che «alcuni avevano interpretato come intimidatorio».

Il 25 giugno, aggiunge sempre il quotidiano zurighese, lo stesso Ignazio Cassis ha nuovamente scritto a tutti i funzionari del suo Dipartimento una lettera dai toni piuttosto accesi.

«Divulgare questa lettera ai media per esercitare pressioni sul Consiglio federale non è in linea con la nostra cultura del dialogo. Potrebbe anche costituire una violazione del dovere di lealtà sancito dalla legge federale sul personale, poiché potrebbe minare la fiducia del pubblico nello Stato, di cui siete al servizio e che rappresentate», riporta il documento.

Riguardo alle critiche mosse, Cassis sostiene di «aver condannato più volte le violazioni del diritto internazionale umanitario, ribadendo l'appello al rigoroso rispetto dello stesso».

Posizioni ribadite anche nei suoi interventi social su X nei giorni della visita, in cui si parla «di sofferenza umana insostenibile a Gaza» e si afferma che Israele «in quanto forza occupante deve rispettare le proprie responsabilità in materia umanitaria».

Dichiarazioni, queste, in parte contenute anche in una serie di note sull'argomento diffuse dallo stesso Consiglio federale.

In generale la gestione di Berna (e quindi anche di Cassis) sulla questione israelo-palestinese è stato piuttosto criticato con una lettera aperta da parte di 55 ex-ambasciatori del Dfae così come da una raccolta firme, sponsorizzata da nomi eccellenti (Ruth Dreifuss, Micheline Calmy-Rey) affinché si facesse qualcosa di più. Tanti anche i governi cantonali e i comuni (compresi quelli ticinesi) a chiedere una condanna netta.

Generalmente soddisfatta dell'operato del capo del Dipartimento degli affari esteri è invece la Federazione svizzera delle comunità ebraiche.


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