Prostituzione: «Nei forum i clienti raccontano le brutalità commesse. Vanno perseguiti»

Jérôme Endrass, medico legale e vicedirettore dell'Ufficio dei servizi penitenziari di Zurigo: «Alcuni utenti scoprono lì tendenze di cui prima non erano a conoscenza, ad esempio verso i minorenni».
ZURIGO - Raccontano pubblicamente in forum dedicati le loro esperienze nei bordelli o negli appartamenti dove le prostitute esercitano. Danno valutazioni sul loro aspetto, sull'atteggiamento mostrato dalle donne e sulle loro prestazioni. Ma soprattutto confessano rapporti brutali e atti violenti durante il rapporto.
Il medico legale Jérôme Endrass e vice direttore dell'Ufficio dei servizi penitenziari di Zurigo conosce bene il fenomeno delle chat dei clienti del sesso a pagamento: un articolo del Tages-Anzeiger riporta all'attenzione i suoi rapporti che delineano molto bene le dinamiche di questa condivisione di informazioni da cui spesso emergono aspetti inquietanti.
«Per molti autori di reati sessuali i forum online svolgono un ruolo centrale, non solo come fonte di informazioni, ma anche come luogo di conferma sociale e di radicalizzazione strisciante - ha spiegato - abbiamo osservato spesso che molti autori di reati sessuali intensificano la loro attività in questi forum prima di commettere il reato. Si dicono: se tanti altri uomini sembrano trovare attraenti la stessa cosa, non può esserci nulla di sbagliato».
Per Endrass, perversioni e tendenze violente trovano nei forum una sorta di legittimazione. Il consenso raccolto dagli altri affiliati alla chat, anche in merito a condotte di evidente brutalità messe in atto, diventa motivo di convalida del proprio atteggiamento.
Le violenze vengono esaltate, a leggere certi commenti che il Tagi riporta: «Dalle ciò che si merita», afferma un membro della chat nel commentare il post di un cliente che si vantava con toni dispregiativi e inquietanti del rapporto violento avuto.
Perseguire i reati - come vorrebbero diversi partiti politici e le donne del Centro che chiedono ad esempio sanzioni penali per i clienti e gestori dei bordelli - risulta spesso difficile perché le lavoratrici del sesso raramente sporgono denuncia. L' Ufficio per la tratta di donne e la migrazione femminile (FIZ) sottolinea che «molte delle donne colpite lavorano senza documenti validi o sono formalmente illegali nel Paese. Per paura di essere deportati, puniti o stigmatizzati, non si rivolgono alla polizia. Anche le donne che lavorano sotto costrizione spesso non sanno di avere diritto alla protezione». Inoltre, i clienti si nascondono ovviamente dietro pseudonimi.
Dalle chat emerge la totale indifferenza per il mercato della tratta di esseri umani che spesso sta dietro alla prostituzione e l'approvazione dei rapporti sessuali con ragazzine minorenni. «Alcuni post ruotano addirittura attorno alla ricerca mirata di contatti sessuali di questa natura».
Uno studio di Procore mostra quanto in Svizzera «le donne subiscono violenza fisica, psicologica e sessuale più frequentemente della media. E ciò è particolarmente chiaro nei forum dedicati ai clienti, dove a volte si parla di trattamenti brutali».
«È quasi come un processo di formazione dell'identità» rimarca il medico legale Endrass. «Abbiamo visto casi in cui qualcuno con solo una lieve tendenza alla pedofilia si è reso conto attraverso le descrizioni degli altri: "Anche questo mi attrae". E poi ho iniziato a cercare specificamente immagini di abusi».
La polizia fatica a controllare questi spazi online «a causa dell'enorme volume di contenuti». Diverse polizie cantonali - scrive il Tagi - confermano che in genere non esiste un monitoraggio sistematico. «Possiamo intervenire solo se veniamo a conoscenza di un reato concreto», ha spiegato un portavoce della Polizia cantonale di Zurigo.
Un «divieto generale su tali forum sarebbe difficile da far rispettare» ha detto al Tagi il medico legale. Per lui sarebbe più opportuna «una regolamentazione che renda più difficile trovare i contenuti pericolosi» e piuttosto che «usare le limitate risorse delle forze dell'ordine principalmente per monitorare ciò che accade nei forum» si chiede se «non sarebbe più sensato investire di più in educazione e prevenzione?».