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«Per Marc meglio Giappone o Indonesia, in casa di Rossi rischiava di rovinarsi la festa»

Dallo strapotere di Marc Marquez (che ormai ha il titolo in pugno) all’annus horribilis di Bagnaia. Il Mondiale sotto la lente di Roby Rolfo
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«Per Marc meglio Giappone o Indonesia, in casa di Rossi rischiava di rovinarsi la festa»
Dallo strapotere di Marc Marquez (che ormai ha il titolo in pugno) all’annus horribilis di Bagnaia. Il Mondiale sotto la lente di Roby Rolfo
«Una mazzata, due, tre… poi è ovvio che vai in crisi. Penso che adesso Pecco abbia bisogno di cambiare aria. Non per forza via dalla Ducati, ma anche in un team satellite».
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MISANO ADRIATICO - La sabbia scorre nella clessidra e ormai è solo questione di tempo. Marc Marquez vede da vicino il nono titolo iridato - il settimo nella classe regina - grazie a un percorso semplicemente impressionante. 10 vittorie su 15 GP, più 14 nelle Sprint. Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, l’ha definito "l'eroe che tutti volevano”, ma in realtà per molti il suo dominio è stato troppo marcato.

«Per lo spettacolo e la suspense si può dire di sì, ma la differenza l'ha fatta lui più che la moto: giù il cappello - interviene Roby Rolfo, ex pilota già vice-campione del mondo della Classe 250 - Attenzione, non voglio dire che la Ducati non sia ancora superiore alla concorrenza, ma il gap è diminuito. Nel 2022 e 2023 c’era un baratro. Lo scorso anno già qualcosina meno, e ora il trend è proseguito. Tecnicamente si sono avvicinate altre marche e altri possibili protagonisti dei prossimi anni. Penso a Honda e Aprilia, o piloti come Quartararo quando sta bene».

Comunque vada MM93 non vincerà il titolo già a Misano. Primi match-point rinviati e forse è un bene, dal momento che già lo scorso anno era stato fischiato sul podio. Noti i dissapori con i tanti tifosi di Valentino Rossi, che non hanno mai dimenticato gli eventi del 2015.
«Meglio così. Alex è stato il più veloce a Barcellona e per certi versi gli ha fatto un favore (è caduto nella sprint, ma poi si è imposto nella gara completa, ndr). A Misano ci sarebbe stata parecchia pressione al di là dei possibili fischi. Vincere il nono titolo in casa di Rossi rischiava solo di rovinargli la festa. Già nel motorsport il discorso dei fischi è inaccettabile a priori, ma per quello che ha dimostrato sarebbe stato davvero ingeneroso. Verosimilmente chiuderà i conti in Giappone, su una pista molto difficile, o in Indonesia. Fossi nei suoi panni preferirei festeggiare proprio lì, in un ambiente che piace a tutti i piloti e dove non esiste il “tifo contro”».

In Ducati tiene sempre banco la questione Bagnaia. Il piemontese è in un momento di profonda difficoltà e la fiducia è ai minimi termini. Ultimamente, dopo tante delusione, si è lasciato andare e non ha nascosto il suo nervosismo: «Sto perdendo la pazienza, mi aspetto delle spiegazioni ma so che non le avrò».
«Col passare delle gare ha iniziato a incassare il colpo. Quando una stagione nasce male, anche come feeling con la moto, poi è difficile raddrizzarla. Non ci è riuscito. Pensavo che la gara in Texas, con Marc che si è steso quando stava al comando, potesse rappresentare un punto di svolta. Invece no. Lo spagnolo ha capito d’aver commesso un erroraccio ed è suonata la sveglia. Da lì è cresciuto ancora, mentre Pecco non è mai decollato».

Come non è mai sbocciato l'amore con la Desmosedici GP25.
«Questa Ducati è più rigida rispetto a quella degli ultimi anni e lui fatica tantissimo in frenata, dove un tempo faceva la differenza. Non so come spiegarmi ma credo che vada guidata in maniera più “sporca”. Va messa anche un po’ di traverso per aiutare l’inserimento in curva. Marquez in questo è uno specialista. Lo stesso vale per la KTM e Acosta lo fa benissimo. Bagnaia non guida così e non riesce. Di conseguenza ha incontrato difficoltà sin dall’inizio e sono diventate sempre più grosse. Di pari passo coi trionfi del compagno di box, che mentalmente hanno pesato. Una mazzata, due, tre… poi è ovvio che vai in crisi».

Anche l’ultimo round a Barcellona è stato emblematico.
«Tra qualifiche e Sprint ha sofferto tantissimo. Domenica è partito 21esimo e un po’ si è ripreso (settimo, ndr), ma la posizione non è quella che ci si aspetta. Anche Pecco dopo la gara ha predicato calma dicendo di non volersi più dare false speranze. Temo per lui che una svolta vera e propria in questo Mondiale non possa esserci. Adesso moralmente è giù e in questi frangenti guidi in maniera più nervosa. Guidi peggio. È come un effetto domino». 

Proiettandosi già al 2026 (motori “congelati” in attesa del 2027, dove i cambiamenti saranno invece radicali) è difficile prevedere uno scenario molto diverso. E se le strade si separassero?
«Se dovesse peggiorare ancora una soluzione la potrebbero trovare. L’aiuto da parte di Ducati non è che non ci sia stato, ma il Team ovviamente segue chi va più forte. Se hai un Marquez che vince praticamente tutte le gare e va così forte, è normale che venga preso come riferimento per gli sviluppi. Pecco all’inizio ha stretto i denti, ma poi anche lui si è sfogato dicendo che lo “devono aiutare”. Dichiarazioni sicuramente non molto apprezzate. Da una parte penso che adesso abbia bisogno di cambiare aria. Magari non via dalla Ducati, ma anche in un team satellite potrebbe trovarsi bene. Vediamo quanto va forte Alex anche con Gresini».

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COMMENTI
 

Mrdyd 1 mese fa su tio
Vincere con il tifo contro? Beh chi ha iniziato ne prenda poi le conseguenze, tanto rimarrà sempre quello che ha fatto e i tifosi non dimenticano

SSG 1 mese fa su tio
Risposta a Mrdyd
io "tifo contro" è un prodotto di VR46 che ha trasformato i circuiti in stadi. Purtroppo!

P63 1 mese fa su tio
è lui che non va non la moto per cui cambia aria e smettila di lamentarti.

Bibo 1 mese fa su tio
Personalmente, in caso di fischi (sul podio o no) godrei come un riccio se fossi lui... ;-)
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