Ride il Lugano, piange l’Ambrì

LUGANO/AMBRÌ - E se questo Lugano stesse davvero cominciando a carburare? Se nel derby si era vista una squadra timida e pasticciona, contro Ginevra e Kloten i bianconeri hanno incamerato cinque punti. È vero, se Omark non avesse trovato una doppietta fra il 56'14'' e il 57'59'' nella partita contro gli zurighesi – che ha permesso ai suoi di portare la sfida ai prolungamenti, nei quali è stato l'HCL a spuntarla ai rigori – oggi forse parleremmo di altro. È però indubbio che la squadra di Mitell stia pian piano trovando qualche automatismo in più rispetto al balbettante inizio di stagione. Le tre vittorie nelle ultime quattro partite sono lì a dimostrarlo e ci dicono che qualcosa sulle rive del Ceresio si sta muovendo nella giusta direzione.

La crescita del Lugano sta coincidendo anche con la crescita dei suoi stranieri. Non è un caso che nel fine settimana cinque delle nove reti portino la firma di giocatori d'importazione (due di Carrick, una di Sanford e due di Omark). Era ora, verrebbe da dire...

Per un Lugano che gongola, c'è invece un Ambrì che deve leccarsi le ferite. Dopo la prova “molle” di sabato a Rapperswil, ieri contro la capolista Davos la squadra di Cereda ha portato sul ghiaccio una prestazione di spessore. Come spesso accaduto sin qui, la buona prestazione non ha però fatto rima con punti. Anche sul fronte biancoblù gli stranieri hanno conosciuto un weekend... prolifico, visto che tutte le reti segnate portano la loro firma (si è sbloccato anche Tierney). Un "party" però indigesto, visto che a pesare sono gli zero punti incamerati dalla squadra. Così, le lunghezze dal decimo posto (sinonimo di play-in) sono salite a sette: una distanza non certo irrecuperabile, ma già sicuramente importante.