Giovani ticinesi crescono... in Svezia: «Anche sette allenamenti e tre match in una settimana»


Sacha Soldini è carico in vista della stagione 2025/2026 con la U20 dell'Ånge: «Mi trovo bene, il club è organizzato e lascia molto spazio alla crescita dei ragazzi».
E sul suo nuovo compagno di squadra, ovvero l'ex estremo difensore del settore giovanile dell'Ambrì, Marco Szerdahelyi: «Per un giocatore, avere un portiere tutto il giorno a disposizione, è una condizione ideale per progredire ulteriormente. È la classica ciliegina sulla torta».
Sacha Soldini è carico in vista della stagione 2025/2026 con la U20 dell'Ånge: «Mi trovo bene, il club è organizzato e lascia molto spazio alla crescita dei ragazzi».
E sul suo nuovo compagno di squadra, ovvero l'ex estremo difensore del settore giovanile dell'Ambrì, Marco Szerdahelyi: «Per un giocatore, avere un portiere tutto il giorno a disposizione, è una condizione ideale per progredire ulteriormente. È la classica ciliegina sulla torta».
ÅNGE - Questa sera prenderà il via il campionato svedese giovanile U20 Region e per l'occasione l'Ånge IK del ticinese Sacha Soldini affronterà il Kovland ISHF.
Il difensore 18enne vivrà di conseguenza una nuova esperienza in Scandinavia, dopo aver trascorso la scorsa stagione fra le fila del Nybro Vikings IK. «Non vedo l'ora di scendere sul ghiaccio», sono state le prime parole del giovane sopracenerino. «Nelle quattro partite amichevoli disputate nella pre-season, ho messo a referto tre punti e sono contento di come sia iniziata la mia nuova avventura. La motivazione è grande».
Nella stagione 2024/2025 - al suo primo anno in Svezia - Soldini aveva messo insieme 21 partite con la U18 del Nybro (5 punti) e una con la U20. Come mai hai cambiato squadra?
«In realtà sarei dovuto rimanere a Nybro, dato che mi ero accordato verbalmente con la dirigenza per altre tre stagioni. Lo scorso mese di maggio però, quando ero in Ticino, il club mi ha comunicato di non voler più continuare la collaborazione. Questo perché la società ha mandato via quasi il 60% fra dirigenti e staff tecnico, ed era proprio il coach della U20 che mi avrebbe voluto. È stata un po' una mazzata ma, grazie al mio agente Moreno Berta, sono riuscito a trovare questa nuova sistemazione, che paradossalmente è anche di un livello superiore rispetto al Nybro».
Quali sono i tuoi obiettivi di questa stagione?
«Mi sto impegnando molto e ho tanto ghiaccio a disposizione, per cui voglio provare a distinguermi maggiormente a livello individuale. Mi alleno in pista fino a tre volte al giorno: da solo e con la U20, ma anche con la Prima Squadra, che milita in Seconda Divisione. Oltre a questo, abbiamo a disposizione una palestra ben fornita, che possiamo utilizzare a piacimento, dove ho anche la possibilità di crescere fisicamente. C’è stata una settimana in cui ho addirittura preso parte a sette allenamenti e tre partite. In ogni caso mi trovo bene, il club è organizzato e lascia molto spazio al nostro sviluppo, poiché siamo messi nelle condizioni di poter emergere. Il fattore positivo è che, visto che parallelamente svolgo solo qualche corso di svedese e di inglese, posso concentrarmi al 100% sull’hockey».
Che gruppo hai trovato?
«Sono subito stato accolto molto bene e questo ha facilitato la mia integrazione. Rispetto alle altre squadre svedesi, che hanno la tendenza ad arruolare giocatori locali, l’Ånge IK ha un’altra filosofia e punta sugli stranieri. Il gruppo è composto da giocatori provenienti da Lettonia, Slovacchia, Finlandia, e nel roster ci sono soltanto sei svedesi. Oltre a loro, da quest’anno è presente anche l’estremo difensore ticinese Marco Szerdahelyi, cresciuto nel settore giovanile dell’Ambrì. Andiamo molto d’accordo, ci aiutiamo a vicenda e la sua presenza mi facilita notevolmente la situazione, dato che ci alleniamo insieme anche individualmente. Per un giocatore avere un portiere tutto il giorno a disposizione è una condizione ideale per progredire ulteriormente. È la classica ciliegina sulla torta».
Cos'è cambiato rispetto allo scorso anno?
«Se prima abitavo in un monolocale, quest’anno vivo in una sorta di casa dello studente con gli stranieri della squadra. Così è decisamente più divertente e ho la possibilità di legare maggiormente con quasi tutti i miei compagni, anche perché usciamo insieme e ci sfidiamo in tornei di ping-pong. L’esperienza della prima stagione mi ha sicuramente permesso di inserirmi con più facilità in questo nuovo contesto, anche se è tutto diverso rispetto a Nybro. Ad Ånge fa più freddo, ma ho avuto la possibilità di vedere per la prima volta l’aurora boreale, grazie alle particolari condizioni climatiche presenti in questa zona della Svezia. Le persone del posto sono inoltre molto socievoli, e c’è più vita in questa città. Nel tempo libero adoro inoltre pescare e qui ci sono molti laghi, ma non sempre i pesci abboccano, ci vuole pazienza».
E quest'estate dove hai fatto la preparazione atletica?
«Mi sono allenato con la U20 dell’Ambri e con i GDT Bellinzona Snakes in Swiss League, che ringrazio per avermi dato questa opportunità. Prima di andare in Svezia, non ero mai sceso sul ghiaccio con dei professionisti e, grazie all’esperienza vissuta, ho avuto modo di salire di livello anche in Ticino. Durante un try-out ho infatti avuto la possibilità di confrontarmi con giocatori più grandi provenienti da altre squadre svizzere e, nonostante la minore esperienza, sono stato in grado di tenere testa a tutti. Futuro? Sono soddisfatto per le emozioni che sto vivendo e non voglio fermarmi. Intanto mi godo il momento, vedremo cosa succederà».
E cosa ne pensa papà Vasco? Come hai vissuto l'allontanamento da casa di tuo figlio ancora minorenne?
«All'inizio non è stato per niente facile, ma sono felice che si sia ambientato bene in Svezia. Quando posso vado a trovarlo, anche se la distanza è aumentata dato che adesso vive ancora più a nord. Da Stoccolma ci vogliono infatti quattro ore di treno, ma è un luogo che ho apprezzato molto. In ogni caso per un ragazzo di 17 anni, che ha vissuto da solo lontano da casa per la prima volta, è andata decisamente bene. In un anno ha imparato tanto ed è cresciuto sotto tutti gli aspetti. Mi ha fatto inoltre molto piacere che - oltre a essere stato notato in Svezia - sia stato contattato anche da alcune società elvetiche, che lo vogliono vedere all'opera. Significa che il lavoro svolto finora sta iniziando a portare i suoi frutti, mi auguro che riesca a continuare in questa direzione».
