«Possiamo e dobbiamo fare bene. Obiettivo playoff diretti»


Le Aquile del ds Marc Gautschi, ferite dopo l'epilogo dello scorso campionato, sono agguerrite e non si nascondono: «Non possiamo vivere una stagione come quella passata, c'è stato un danno anche finanziario».
«Abbiamo cambiato tanto per dare un volto nuovo alla squadra. Siamo pronti a iniziare un nuovo ciclo. Puljujärvi e Rutta? Ci sarà da divertirsi. A volte come ds la notte non dormi molto bene... ma la pazienza mi ha premiato».
Le Aquile del ds Marc Gautschi, ferite dopo l'epilogo dello scorso campionato, sono agguerrite e non si nascondono: «Non possiamo vivere una stagione come quella passata, c'è stato un danno anche finanziario».
«Abbiamo cambiato tanto per dare un volto nuovo alla squadra. Siamo pronti a iniziare un nuovo ciclo. Puljujärvi e Rutta? Ci sarà da divertirsi. A volte come ds la notte non dormi molto bene... ma la pazienza mi ha premiato».
GINEVRA - «È andato tutto un po’ storto fin dall’inizio. Abbiamo pagato i tanti infortuni e gli impegni in Europa. Ma non cerco scuse: a fine stagione, vada come vada, faremo le dovute riflessioni. Ora però vogliamo la top-10». Parlava così Marc Gautschi lo scorso 26 febbraio, prima del rush finale che ha consegnato alle Aquile un severo verdetto: 12esimo posto e obiettivo fallito.
Il ds del Ginevra è stato di parola, le analisi ci sono state e anche cambiamenti profondi.
«Finito il campionato c’è sempre un periodo di riflessione, dove, nel bene e nel male, si mette in discussione tutto quello che è stato fatto - interviene il 42enne ex difensore, dirigente dei ginevrini dal 2020 - Nel nostro caso c’era stato un epilogo molto deludente, nonostante il raggiungimento della semifinale di Champions League. Traguardo cancellato dalle vacanze anticipate, con la squadra rimasta fuori anche dai play-in».
Un brutta botta.
«Una società come la nostra, che senza nascondersi punta sempre alle zone di vertice, non può oggettivamente vivere una stagione come quella passata. Va detto, senza cercare scuse, che ci sono stati tantissimi infortuni e impegni in più - la Champions con le sue trasferte ha pesato tanto -, ma come alibi non basta. Non mancava la qualità per rimanere davanti. È stato un problema mentale e di carattere. Non fare i playoff porta anche a conseguenze finanziarie».
A bocce ferme il roster è cambiato parecchio. Via tra gli altri Lennström, Hartikainen e Vatanen. Dentro 5 nuovi stranieri di spessore (Rutta, Saarijärvi, Beck, Vesey e Puljujärvi), oltre a Jason Akeson che dovrebbe ottenere il passaporto svizzero.
«Quando abbiamo preso Lennström rispondeva al profilo ideale per sostituire un big come Tömmernes. Poi, anche per vari acciacchi, non è mai riuscito a raggiungere quei livelli. Noi abbiamo comunque vissuto un buon ciclo - col trionfo in campionato e in Champions - e ora siamo pronti a iniziarne un altro. Da una parte è un bene che i contratti di alcuni giocatori che ci hanno dato tanto, come Hartikainen e Vatanen, siano arrivati a scadenza proprio nel 2025. Sono convinto che abbiamo piazzato dei bei colpi e anche per gli appassionati sarà bello vedere in NL giocatori come Puljujärvi e Jan Rutta. Jesse lo seguivo da tanto tempo, mentre per Rutta ho pazientato fino ad agosto inoltrato. Ogni tanto dormi male perché sai che non hai ancora “firmato” tutti i giocatori necessari e il campionato si avvicina… ma poi è andato tutto bene».

Proprio a livello di import avete puntato tanto anche sull’esperienza. Il più giovane è Puljujärvi, 27enne che nel 2016 è stato draftato da Edmonton in 4a posizione assoluta. Gli altri, tranne Saarijärvi (28), sono tutti almeno di un paio d’anni sopra i trenta.
«Vero, ma l’età vuol dire poco e non mi preoccupa. Valtteri Filppula con noi ha dominato la Lega a 37-38 anni. In estate abbiamo cambiato molto perché volevamo dare un volto nuovo alla squadra. Ci mancavano un po' di fisico e velocità, e giocavamo anche un hockey un po’ troppo complicato. Fatto sta che avevamo una squadra da top-4, ma siamo arrivati 12esimi. Questo vuol dire che in una Lega così forte ed equilibrata se non ci sei con la testa non ce la fai».
In entrata è arrivato anche Stéphane Charlin (25), che tra i pali affiancherà Robert Mayer (35).
«Sulla carta è tra le migliori coppie del campionato. Charlin è sempre stato nei nostri radar e dopo una prima esperienza un po’ complicata avevamo deciso di mandarlo in prestito. Ha girato un po’ arrivando infine a Langnau, dove ha fatto davvero bene. Ora è chiaro che a Les Vernets ci sarà più pressione rispetto alla Ilfis e le aspettative sono alte. Robert invece lo conosciamo, quando gioca da “Robert Mayer” è tra i più forti in Svizzera».

La rosa sembra completa e le Aquile, ferite dalla scorsa stagione, hanno voglia di rivalsa.
«Senza alcun dubbio. Vogliamo partire bene e non avendo la Champions non perderemo per strada altre energie. Ci saranno meno partite, possiamo e dobbiamo fare bene. L’anno che abbiamo vinto il titolo siamo stati sempre davanti in classifica. Non vogliamo iniziare a rincorrere e dover tappare buchi, se no poi diventa difficile e come si è visto può succedere di tutto».
Gautschi non ci gira attorno, l'obiettivo è chiaro.
«Qualificazione diretta ai playoff. Non vogliamo dover passare dai play-in, perché poi basta un passo falso o virus che gira in spogliatoio in quei giorni e sei fuori. La speranza è che quest’anno tutti debbano fare i conti col Ginevra. Ogni partita però va giocata ed è la cosa più bella del nostro campionato».
Ultime battute su Yorick Treille, confermato dopo la parentesi nel finale dell’ultima annata, quando era stato promosso ad head coach.
«L’anno scorso quando ha avuto la squadra un po’ al completo ha vinto 8 partite su 10. Abbiamo deciso di confermarlo e rimpolpare lo staff con elementi d’esperienza come Ville Peltonen (associate coach), Pekka Kangasalusta e Pierre Allard, che ha lavorato anche 11 stagioni in NHL coi Montréal Canadiens».


