Fare la calciatrice in Svizzera? Stipendio da 500 franchi


Giocare all'estero è una necessità
Le differenze salariali tra il calcio maschile e quello femminile sono notevoli e, soprattutto in Svizzera, lo stipendio rimane basso
Giocare all'estero è una necessità
Le differenze salariali tra il calcio maschile e quello femminile sono notevoli e, soprattutto in Svizzera, lo stipendio rimane basso
BERNA - Quasi 576 milioni di franchi fino al 2027: il nuovo contratto con l'Al-Nassr rende Cristiano Ronaldo il calciatore meglio pagato al mondo. La cifra è fuori luogo? Dipende dai punti di vista. Ciò che è sicuro è che numeri del genere le big del calcio femminile possono solo sognarli. Volete degli esempi? Eccoli. Giulia Gwinn, stella della nazionale tedesca (ora infortunata), è un punto fermo del Bayern Monaco, club del quale difende i colori dal 2019. Protagonista in quattro titoli delle bavaresi, ha uno stipendio annuo di 150'000 franchi. Si rifà poi con gli sponsor, ma questa è un'altra storia. "Dietro" la compagna di squadra Lena Oberdorf (stipendio stimato: 240'000 franchi annui), Gwinn non può comunque lamentarsi, perché molte compagne stanno molto peggio.
Un sondaggio del 2023 ha infatti mostrato che il 34% delle giocatrici intervistate riceveva al massimo 500 franchi lordi al mese, mentre il 24 per cento addirittura nessuno stipendio. Le giocatrici della Women's Super League in Inghilterra, la miglior lega femminile al mondo, hanno uno stipendio annuo medio di circa 50'000 franchi.
E le rossocrociate? Le giocatrici che rimangono in Svizzera non arrivano a incassare uno stipendio "normale". Non sorprende dunque che tante "nazionali" vadano all'estero. Se non lo facessero, il sogno di diventare calciatrice professionista rimarrebbe quasi certamente irrealizzato. Noemi Ivelj, che dopo gli Europei si trasferirà all'Eintracht Francoforte, al GC guadagnava per esempio 500 franchi al mese.
La veterana della nazionale Sandrine Mauron ha invece dichiarato: «Al Servette ho uno stipendio di 3'000 franchi al mese, non mi basta per vivere». Mauron andrà all'estero. Coumba Sow, capitana del Basilea, è una delle poche protagoniste del nostro campionato che riesce a vivere con la propria paga: «Se gestisco bene i miei soldi, posso persino mettere qualcosa da parte. Ma non diventerò ricca».
Le giocatrici della nazionale svizzera che vivono all'estero guadagnano ovviamente di più. La capitana Lia Wälti, per esempio: «Non voglio dire cifre. Quello che posso dire è che posso vivere bene, mettere da parte qualcosa e che la mia situazione finanziaria è davvero buona». O naturalmente Alisha Lehmann, che alla Juve incassa circa 200'000 franchi. A ciò si aggiungono poi i guadagni pubblicitari. Per ogni post sponsorizzato su Instagram, secondo alcune analisi, riceverebbe infatti 250'000 franchi.
20 Minuti ha intervistato Jasmina Covic, fondatrice della Women’s Football Agency, una delle principali agenzie di consulenza per il calcio femminile al mondo. Interpellata sul divario salariale tra calcio maschile e femminile, ha affermato: «Il divario si riduce di anno in anno. Ci sono già giocatrici che guadagnano uno stipendio di un milione di euro. Sono ancora delle eccezioni, ma lo sviluppo mostra che la tendenza è in forte crescita».
Covic ha spiegato che le strutture salariali nel calcio femminile sono molto cambiate negli ultimi cinque anni. «Assistiamo a un aumento costante degli stipendi. Anche club della 2ª divisione possono, in Germania come in altri Paesi, come a esempio in Italia, Spagna e Inghilterra, pagare buoni stipendi. Tuttavia, ci sono ancora casi singoli dove le giocatrici incassano in media 1'000 euro». E per quanto riguarda i salari in parte estremamente bassi in Svizzera? «La Svizzera è un paese caro e, poiché gli stipendi sono relativamente bassi, per molte straniere non è possibile viverci».






