Sbadato e criticato? «Sommer capro espiatorio perfetto»


«Due anni fa, non dieci, le conclusioni di Yildiz e Adzic le avrebbe prese con la sigaretta in bocca»
Arno Rossini: «Non credo ci siano molti club di fascia medio-alta pronti a offrire la porta a Sommer».
«Due anni fa, non dieci, le conclusioni di Yildiz e Adzic le avrebbe prese con la sigaretta in bocca»
Arno Rossini: «Non credo ci siano molti club di fascia medio-alta pronti a offrire la porta a Sommer».
AMSTERDAM - L’Inter debutterà oggi, mercoledì, nella Champions League 2025/26. Sarà di scena all’Amsterdam Arena e in campo contro l’Ajax ci saranno molti dei reduci della dolorosissima (per i nerazzurri) finale di maggio. Chi ha rischiato di non esserci è Yann Sommer. La prestazione modesta, per usare un eufemismo, firmata contro la Juventus sabato in Serie A ha infatti fatto traballare le gerarchie per la porta della Beneamata. Lo svizzero ha ancora una chance, ma non è più considerato un titolare inamovibile davanti a Josep Martinez.
«Scelta logica dopo gli errori nel Derby d’Italia - è intervenuto Arno Rossini - e logica anche in prospettiva: Sommer ha 36 anni ed è in scadenza di contratto, Martinez ne ha 27 ed è legato al club fino al 2029».
Progetti societari a parte, in futuro Yann potrebbe perdere il posto perché fuori forma?
«Piuttosto perché la parabola della sua carriera ha cominciato a scendere troppo. E lo dico con grande dispiacere: si sta comunque parlando di un professionista esemplare, di un grande portiere che ha fatto la storia del calcio svizzero. Non è questione di ritardo di condizione o altro quanto, piuttosto, di vecchiaia. Sportiva s’intende. Contro la carta d’identità, d’altronde, non si può fare molto».
Non può essere invecchiato così, di “botto”.
«Dico qualcosa di scomodo. Due anni fa, non dieci, le conclusioni di Yildiz e Adzic, che hanno portato due dei quattro gol della Juventus, le avrebbe prese con la sigaretta in bocca. Quello del portiere è un ruolo complicato, è una questione di centesimi di secondo, di centimetri… Sommer, che non è altissimo, è sempre stato agile ed esplosivo. Ora gli “mancano” un po’ le gambe. Secondo me è arrivato, è la fine».
Della carriera?
«Della titolarità. Credo che Chivu, che tra l’altro per il suo gioco non ha bisogno di un portiere bravo con i piedi, in un futuro molto vicino punterà forte su Martinez. Più alto, più giovane e comunque molto bravo. Deve farlo perché comunque deve giustificare in qualche modo un avvio di stagione non certo ottimo. Gli serve un capro espiatorio e Yann, tenuto conto di tutto, è “perfetto”».
Via dall’Inter per un’ultima grande sfida?
«Non penso che in Europa ci siano club di fascia medio-alta pronti a offrirgli la porta. Se volesse continuare a essere un calciatore potrebbe accettare di fare un passo indietro e rimanere a Milano. Magari come terzo, come elemento comunque esperto dello spogliatoio. Potrebbe convenire ai nerazzurri e in fondo pure a lui: è pur sempre a un tiro di schioppo dalla Svizzera…».