Lugano, un disastro


Il Lugano non ha saputo imparare dagli errori commessi
I bianconeri faranno bene a chiudersi negli spogliatoi per uscirne solo una volta capito cosa non è andato.
Il Lugano non ha saputo imparare dagli errori commessi
I bianconeri faranno bene a chiudersi negli spogliatoi per uscirne solo una volta capito cosa non è andato.
LUGANO - Il Cham come il Bienne. Anzi, più del Bienne, perché se nell’edizione 2024/25 della Coppa Svizzera il Lugano ben si comportò, uscendo in una serata disgraziata, in quella della nuova stagione è imploso immediatamente. E lo ha fatto pur sapendo, per averlo provato sulla propria pelle proprio contro i bernesi, che nel torneo a eliminazione nulla è scontato e più l’avversario è debole (sulla carta), più è pericoloso.
Un match che avrebbe potuto allontanare definitivamente la crisi, già ricacciata indietro con la grande prestazione firmata contro il Basilea e con quella, orgogliosa, di Celje, ha invece (nuovamente) mostrato tutti i limiti di una squadra che squadra non è. Questo Lugano, quello estivo, sa giocar bene ma lo fa solo quando ne ha voglia. Solo quando è nell’angolo, già mezzo suonato. Per il resto, e lo si è visto in campionato, nelle sfortunate e disgraziate recite europee e, domenica, in Coppa Svizzera, si limita al compitino. O anche meno. I senatori, i giocatori di maggiore qualità e di riflesso anche i giovani, si spengono davanti alla prima difficoltà. E poi riaccendersi diventa complicato. Un’ulteriore prova di ciò la si è avuta contro un rivale, il Cham, ordinato, grintoso e… poco altro. Ai bianconeri sarebbe bastato giocare a un livello decente per passare il turno, invece gli errori dei singoli si sono sommati a quelli di reparto, facendo così divenire inevitabile la batosta.
Qualità a sprazzi e zero attitudine: i ticinesi hanno fin qui mostrato il loro volto peggiore. Hanno sbagliato e, aspetto ben più grave, hanno dimostrato di non saper imparare dagli errori commessi. Da questo, adesso, devono provare a ripartire. Con un'unica competizione ancora da disputare, il gruppo farà bene a chiudersi negli spogliatoi per uscirne solo una volta capito cosa non è andato. Perché se è vero che a Lugano - inteso come società, la piazza sta rumoreggiando da tempo - sembrano avere pazienza e fiducia, è altrettanto vero che davanti a numeri impietosi una svolta è necessaria. Cambiare il tecnico, in situazioni del genere, è la scelta più logica e facile. È quella giusta? Le valutazioni le faranno a Cornaredo. Sono in ogni caso molti, da chi sta facendo mercato (o non lo ha ancora fatto, come preferite) a chi in campo passeggia, quelli che dovrebbero ritenersi almeno in parte responsabili del disastro di queste settimane.




















































