La partenza a razzo del Sion, Nivokazi e il Lugano: parola a Degennaro


Trascinato da Lukembila e Nivokazi, il Sion è partito a razzo ottenendo sei punti in due incontri. Degennaro: «Il segreto? I pochi cambiamenti effettuati in estate».
«Non penso che il Lugano stia facendo molto peggio rispetto all'anno scorso. Giocano, creano e tirano in porta; adesso manca solo il risultato»
Trascinato da Lukembila e Nivokazi, il Sion è partito a razzo ottenendo sei punti in due incontri. Degennaro: «Il segreto? I pochi cambiamenti effettuati in estate».
«Non penso che il Lugano stia facendo molto peggio rispetto all'anno scorso. Giocano, creano e tirano in porta; adesso manca solo il risultato»
SION - Due partite, sei punti incamerati, sette gol fatti e due subiti. È un Sion che è partito a razzo e che non si vuole porre alcun limite. Soltanto godersi il momento, mettendo il più possibile fieno in cascina.
«È molto presto per fare delle valutazioni - ci ha detto il direttore generale dei vallesani Marco Degennaro - Verosimilmente il fatto di aver cambiato poco in sede di mercato, a questo punto della stagione ci dà un vantaggio. Abbiamo giocato la prima partita contro lo Zurigo schierando praticamente la stessa squadra del campionato passato. Questo aspetto incide molto in Svizzera, dove i campionati iniziano molto presto. Anche l'anno scorso avevamo iniziato bene proprio per la stessa ragione».
Oggi siete primi in classifica (insieme a San Gallo e Thun): qual è il vostro obiettivo stagionale?
«Rimanere un po' più lontano dalla zona calda rispetto all'anno scorso, dove abbiamo sofferto fino all'ultimo raggiungendo la salvezza soltanto a due/tre giornate dalla fine. Non vogliamo più arrivare a maggio a giocarci la permanenza in Super League. Ben venga, dunque, il fieno in cascina messo nelle prime due giornate».
Con due gol a testa, Lukembila e Nivokazi sembrano aver preso per mano l'attacco del Sion...
«L'anno scorso un tasto dolente era proprio quello relativo ai gol fatti. Da questo punto di vista abbiamo cominciato bene e tutti gli attaccanti della nostra rosa hanno già trovato la via del gol. Possiamo dire di aver dato più peso al nostro attacco».
Eppure in passato a Lugano - dove nella stagione 2023/24 aveva messo a segno 14 gol in Promotion League con la U21 bianconera (ai quali vanno aggiunti i 19 dello scorso anno a Bellinzona) - non hanno mai creduto in Nivokazi. Sorpreso?
«Sono situazioni che nel calcio possono succedere. Anche a noi è capitato di fare delle scelte diverse, per poi accorgerci che altrove il giocatore sul quale non avevamo creduto è riuscito a imporsi. Soprattutto quando si tratta di un attaccante: se non segna si tende a metterlo da parte con una certa facilità, ma non sto parlando nello specifico di Nivokazi. Ad ogni modo, ripeto, può succedere…».
L'anno scorso eravate a un passo dal separarvi da Didier Tholot. Cosa vi ha fatto cambiare idea?
«Qui in Vallese, quello dell'allenatore, è un tema prettamente legato al presidente. Se ne occupa lui... A volte è difficile capire cosa possa succedere: non stavamo facendo bene e qualche dubbio sulla sua permanenza c'era. Ad ogni modo, Constantin lo apprezza molto poiché è un grande comunicatore con i giocatori, è un uomo vero e ha dei sani principi. Per questo motivo ha ritenuto che fosse ancora l'uomo giusto per il Sion. Ritengo anch'io che sia il profilo ideale per noi».
Domenica avete battuto 4-0 il Lugano: come hai visto i bianconeri?
«Secondo me, non ha fatto una brutta partita e, nel suo insieme, il risultato non rispecchia interamente quanto si è visto in campo. Ho seguito le ultime tre partite del Lugano e trovo che gli stia girando un po' tutto male. Purtroppo nel calcio ci sono quei periodi in cui le cose vanno tutte nella direzione sbagliata e ti dici "Non è possibile". Domenica ci sono stati dei momenti in cui l'incontro poteva girare dalla loro parte... Non penso che la squadra del Crus stia facendo molto peggio rispetto all'anno scorso. Giocano, creano e tirano in porta; adesso manca solo il risultato. Spero che già da giovedì riescano a invertire questa tendenza: il calcio svizzero, a livello di ranking, ha infatti bisogno che i club si comportino bene in Europa».
A Lugano vi sono anche alcune intricate situazioni di mercato che non aiutano. Quanto questo aspetto disturba le varie squadre?
«Sicuramente possono esserci delle circostanze che vanno a influenzare la serenità del singolo giocatore coinvolto. Anche noi a Sion abbiamo Baltazar che non sta giocando perché vuole andar via. Ogni situazione è diversa e sta nella sensibilità del giocatore scegliere se fare il professionista ed essere riconoscente fino in fondo nei confronti della squadra che lo sta pagando. Purtroppo non tutti la pensano così e bisogna rispettare i pensieri di ognuno».






