«È un'occasione da sfruttare»


Come cavalcare l'onda dopo il grande successo che l'Europeo di casa ha riscontrato? Lo abbiamo chiesto ad Arno Rossini
«L’atmosfera che si è creata attorno all'evento mi ha stupito e deve essere sfruttata come slancio».
Come cavalcare l'onda dopo il grande successo che l'Europeo di casa ha riscontrato? Lo abbiamo chiesto ad Arno Rossini
«L’atmosfera che si è creata attorno all'evento mi ha stupito e deve essere sfruttata come slancio».
LOCARNO - Emozionante. È il termine più adatto per descrivere quanto abbiamo vissuto nell'Europeo femminile di casa nostra. L'eliminazione ai quarti di finale, arrivata contro l'esperta Spagna, non ha scalfito il grande entusiasmo che ha generato questo evento. Anche perché il raggiungimento della fase a eliminazione diretta, almeno alla vigilia, per la Svizzera era tutt'altro che scontato. Un evento che farà da apripista al movimento calcistico... in rosa?
«Ho seguito tante partite, non solo quelle della Svizzera, e sono rimasto davvero impressionato dall’ambiente che c'era ma anche dal livello del gioco espresso dalle squadre - ci ha detto Arno Rossini - Rispetto ad alcuni anni fa, posso garantire che la qualità è aumentata. È soprattutto dal punto di vista tattico che ci sono stati i progressi più importanti. Certo, non si può paragonare al calcio maschile, ma l’intensità del gioco era davvero qualcosa che non mi aspettavo. Non da ultimo, l’atmosfera che si è creata attorno all'evento mi ha stupito e deve essere sfruttata come slancio. Se ripenso al quarto di finale contro la Spagna, l'ambiente che si percepiva era quello di una partita della nazionale maschile. Sì, possiamo dire che le nostre ragazze sono state encomiabili, ci hanno davvero fatto divertire».
Come si potrebbe sfruttare questa scia positiva?
«È l'ASF che dovrebbe sfruttare l'occasione per investire ancora di più sul calcio femminile, creando un polo in cui le ragazze si possono allenare per migliorare su tutti i livelli. Bisogna realizzare alcuni centri in giro per la Svizzera, favorendo lo sviluppo di un calcio sempre più in espansione. Dopo che le ragazze ci hanno regalato questo spettacolo a 360 gradi, è giusto che l'ASF dia indietro qualcosa a tutto il movimento: servono allenatori e allenatrici professionisti e strutture adatte per far sì che si possa migliorare ancor di più il livello. In Svizzera siamo ancora un po’ indietro rispetto ad altri Paesi, soprattutto per quanto concerne le strutture».
Gli uomini sono da prendere da esempio?
«Se prendiamo il calcio maschile, negli ultimi anni sono stati creati parecchi centri di formazione e i risultati si sono visti. Una volta, per la nostra Nazionale maschile, qualificarsi al Mondiale o all’Europeo era quasi impossibile, mentre oggi è diventata praticamente la regola. Siamo ben messi a livello di piazzamento Fifa e questo lo si deve al gran lavoro che è stato svolto su più fronti».
E in Ticino come siamo messi?
«Anche alle nostre latitudini la Federazione ticinese potrebbe fare un passo avanti cavalcando l'onda. Purtroppo però a livello cantonale siamo un po’ carenti, visto che abbiamo al massimo 10-12 campi sintetici… C’è parecchio da fare, ma l’entusiasmo che ha generato l'Europeo casalingo ha contagiato un po' tutti. Oltre Gottardo, le ragazze della Nazionale si recano nelle scuole per parlare delle loro esperienze nel calcio. Già questo è un primo grande passo... Vorrei infine citare la conquista della Coppa Svizzera da parte del Gambarogno nel mese di giugno, un bel segnale lanciato dal Ticino. Speriamo che ora la squadra riesca a portare qualche giocatrice in Nazionale».