Inler l'asceta: ordine mentale, ordine nella vita


«Lasciamo lo spogliatoio immacolato: lo puliamo a fine partita»
Da dirigente, Gökhan è meticoloso come quando era in mezzo al campo.
«Lasciamo lo spogliatoio immacolato: lo puliamo a fine partita»
Da dirigente, Gökhan è meticoloso come quando era in mezzo al campo.
UDINE - In campo non tradiva mai. Consumava fino all’ultimo goccio di benzina del serbatoio pur di sostenere compagni e gioco. Era maniacale negli allenamenti, preciso, aveva dedizione. Tutto ciò gli ha permesso di avere un’ottima carriera.
Partito da Olten, Gökhan Inler si è regalato vent’anni di calcio ad altissimo livello nei quali, con le maglie di (tra le tante) Zurigo, Udinese, Napoli, Leicester, Besiktas, Basaksehir e Adana Demirspor, ha vinto cinque campionati (due in Svizzera, l’incredibile Premier League 2015/16, anche se da comprimario, e due in Turchia) e una manciata di coppe nazionali. Il 41enne rossocrociato - 89 presenze con la Nati - è ora responsabile dell’area tecnica dell’Udinese, ruolo nel quale sta mettendo in mostra le doti che… lo hanno reso grande in campo.
In un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport Inler ha infatti raccontato molto del suo nuovo lavoro, tra novità e particolarità.
«Mi piace (il nuovo ruolo) - ha spiegato Gökhan - perché ogni giorno c’è da fare. Mi sono messo a studiare già a fine carriera da calciatore: ho finito il corso da direttore sportivo organizzato dalla FIGC e a ottobre prenderò il diploma del Master Mip dell’UEFA. Il calcio era il sogno di papà, che ogni giorno mi accompagnava. Se n’è andato nel 2006, due mesi dopo che avevo firmato con l’Udinese».
Tra le decisioni prese in bianconero che più lo soddisfano c’è quella «Di andare via da ogni campo lasciando il nostro spogliatoio immacolato. Lo puliamo a fine partita e ho visto che anche i tifosi hanno cominciato a farlo negli stadi».
Tutto questo ordine, anche mentale, lo ha allenato negli anni da professionista. «Perché amavo il calcio. Ho rispettato il mio corpo per il rispetto verso gli altri. Non bevo, non fumo e la Coca Cola l’ho lasciata a 16 anni. Acqua naturale a temperatura ambiente. Semmai, un goccio di limone».

