«Io, svizzero non solo per il passaporto ma anche per i sentimenti»


«Fa male non vedermi tra gli svizzeri di maggior successo»
Croato sì, ma con il cuore rossocrociato. Ivan Rakitic si racconta.
«Fa male non vedermi tra gli svizzeri di maggior successo»
Croato sì, ma con il cuore rossocrociato. Ivan Rakitic si racconta.
SPALATO - Nato a Rheinfelden, Ivan Rakitic ha cominciato la sua carriera pallonara nel piccolo Möhlin-Riburg prima di passare, a sette anni, nella vicina Basilea, dove ha completato la sua formazione come calciatore. Il debutto in prima squadra è arrivato nel 2005 e da lì è stato tutto un crescendo, che ha portato il centrocampista ad assaggiare la Bundesliga (lo Schalke 04) e poi la Spagna dove, con Siviglia prima e Barcellona poi, ha vinto tantissimo, consacrandosi come uno dei migliori della sua generazione.
Un anno cruciale è stato il 2007 quando, dopo aver fatto tutta la trafila nelle selezioni giovanili, il quasi 37enne ha deciso di chiudere le porte alla Nazionale svizzera per andare a vestire la maglia della Croazia, patria di origine dei genitori. Con gli scaccati Rakitic ha collezionato 106 presenze e un secondo posto al Mondiale del 2018, facendo più volte mugugnare i tifosi elvetici per quello che sarebbe potuto essere e che, invece, non è stato.
Eppure, nonostante tutto, il suo legame con la Svizzera è rimasto molto forte.
«Ho ancora il passaporto, certo - ha spiegato proprio Ivan in un'intervista concessa a 20 Minuten - Sono un grande tifoso della Svizzera, in tutti gli sport. Ho fatto il tifo per i rossocrociati anche ai Mondiali di sci. Per questo mi fa male non vedermi nelle liste degli atleti elvetici di maggior successo. Sono svizzero e sarà sempre così».
Rakitic non è mai stato preso in considerazione per premi tipo lo "Sportivo dell'anno".
«Va bene ed è logico in un certo senso. Non sono arrabbiato con nessuno. Ma una cosa deve essere chiara: sono svizzero, non solo per il passaporto, ma anche per i sentimenti. Nessuno potrà cambiarlo».
Dopo una carriera spesa nelle maggiori leghe d'Europa, in estate il centrocampista è andato all'Hajduk Spalato.
«Sono piacevolmente sorpreso, anche per la grande qualità della vita. Mia moglie mi ha chiesto in anticipo come sarebbe stato e io le ho risposto: "Non lo so". Vivere qui è un po' diverso che andare in vacanza per qualche giorno. In termini di calcio, la Croazia ha buoni giocatori e buoni allenatori. L'unica cosa che è rimasta indietro è l'infrastruttura dei club. Il resto è ottimo».
Qual è la situazione sportiva dell'Hajduk?
«Si vuole sempre vincere. Ora ci aspettano partite importanti. Sono convinto che abbiamo grandi possibilità di diventare campioni».
That moment fans of Hajduk Split welcomed Ivan Rakitic at the club! 👏🏻🇭🇷 pic.twitter.com/CTctuQVUXO
— 𝐂𝐚𝐬𝐮𝐚𝐥 𝐔𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐎𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥 (@thecasualultra) July 22, 2024
Quanto sono importanti i tifosi?
«Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle dimensioni del club e dall'amore che i tifosi hanno per la squadra. Ho visto che l'anno scorso l'Hajduk ha avuto più di 120'000 fan iscritti: è una cifra impressionante se si pensa che la città ha circa 170'000 abitanti. A volte giochiamo in trasferta a sette o otto ore di autobus in uno stadio con 10'000 spettatori... e il 90% dei tifosi è dalla nostra parte».
A Spalato allena Gennaro Gattuso.
«Come lo è stato da calciatore, è molto emotivo pure da allenatore».
