Nole reietto, la Serbia lo critica e lui si trasferisce in Grecia


Nuova vita per Novak e famiglia
Il gelo con la “sua” Patria dura dallo scorso dicembre.
Nuova vita per Novak e famiglia
Il gelo con la “sua” Patria dura dallo scorso dicembre.
ATENE - C’era una volta una Serbia innamorata di Novak Djokovic, che per il suo cittadino più conosciuto al mondo avrebbe fatto di tutto. C’era una volta e non c’è più. Già perché, deciso di appoggiare la rivolta giovanile scattata nel dicembre scorso dopo il crollo di una pensilina della stazione di Novi Sad, che ha causato la morte di sedici persone (i manifestanti hanno accusato il governo di corruzione), Nole è diventato un indesiderato. O mal sopportato. E le sue critiche al presidente della repubblica Aleksandar Vucic non hanno migliorato la situazione.
Così, vista la brutta aria, il campionissimo di Belgrado ha deciso di traslocare trasferendosi, con moglie e figli, a Glifada, elegante località balneare a sud di Atene, conosciuta come la “Beverly Hills greca”.
Per prima cosa, insieme con Jelena, Novak ha iscritto Stefan e Tara al St. Lawrence College, prestigiosa scuola privata britannica della capitale greca, e per loro ha preso informazioni su due club di tennis: il Kavouri Tennis Club e il 91 Athens Riviera. Poi ha pensato al lavoro. Djokovic sarà infatti presente al nuovo ATP 250 di Atene, torneo che ha sostituito quello in programma a Belgrado e del quale è sponsor e testimonial principale.









