Alcaraz e Sinner spaziali, agli altri non rimane nulla


È l'era dei "fab two"
I 20-30enni del circuito rischiano grosso.
È l'era dei "fab two"
I 20-30enni del circuito rischiano grosso.
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NEW YORK - Jannick Sinner è fortissimo ma Carlos Alcaraz è... di più. Questo ha detto la finale degli US Open, che allo spagnolo ha - meritatamente - ridato anche la vetta del ranking ATP.
Si sta parlando di giocatori e atleti formidabili, di campioni che avrebbero probabilmente potuto dire la loro anche una quindicina di anni fa, ovvero nel periodo in cui i fab four (Federer, Nadal, Djokovic e Murray) erano nel loro “prime”. Solo che, semplicemente, l’iberico è al momento un po’ più fenomenale. Ha più soluzioni ed è più rapido e questo, pur concedendo qualcosa a livello di potenza, finora ha fatto la differenza. Una prova, evidente, di ciò, lo dà il rendimento dell’italiano dall’inizio della scorsa stagione. In 123 match giocati contro tutti gli avversari incrociati nel circuito, ha ottenuto 119 vittorie. In 8 partite contro Carlos ha incassato… 7 sconfitte. Uno score del genere avrebbe probabilmente steso un toro; Jannick lo ha invece accolto con serenità. «Ho perso? Lavorerò per migliorare ed essere meno prevedibile», ha raccontato quasi sollevato dopo il confronto newyorkese.
D’altronde perché preoccuparsi quando, in un’annata, hai vinto due Slam disputando comunque quattro finali? A preoccuparsi dovrebbero piuttosto essere gli altri. Non il vecchio Djokovic, che ha già una bacheca piuttosto ricca, quanto i 20-30enni del circuito: con un Alcaraz così e un Sinner deciso a migliorarsi, quante possibilità avranno di chiudere un torneo a braccia alzate?


