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CICLISMO

«Vingegaard tenterà il tutto per tutto sul Col de la Loze»

Il gruppo si prepara alla tappa del mitico Mont Ventoux, che martedì apre la terza e ultima settimana del Tour. Al momento Pogacar, saldamente in giallo, sembra inattaccabile
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«Vingegaard tenterà il tutto per tutto sul Col de la Loze»
Il gruppo si prepara alla tappa del mitico Mont Ventoux, che martedì apre la terza e ultima settimana del Tour. Al momento Pogacar, saldamente in giallo, sembra inattaccabile
Mauro Gianetti non abbassa la guardia ma applaude quanto fatto sin qui dalla sua UAE: «Ci avremmo messo la firma».
SPORT: Risultati e classifiche

MONTPELLIER - Consumato il secondo e ultimo giorno di meritato riposo, la carovana riparte da Montpellier per una delle tappe più attese, con l’arrivo sul mitico Mont Ventoux dopo 171,5 km. Tanta pianura prima di affrontare il Gigante di Provenza: un’ascesa feroce che mette paura solo a guardarla verso una vetta priva di vegetazione. Teatro di tragedie (come la morte di Tom Simpson nel 1967), ma anche momenti epici. Memorabile il duello Pantani-Armstrong nel 2000 (con la vittoria del Pirata e polemiche annesse per le dichiarazioni dello statunitense), iconica anche la corsa a piedi di Chris Froome nel 2016. Il britannico, tamponato dalla moto della tv, si mise a correre in salita - tra le ali di folla - per non perdere altro tempo in attesa dell’ammiraglia e di una nuova bici. Ma questa è storia. Il presente ci porta alla 16esima tappa dell’edizione 2025 e in cima alle gerarchie c’è Tadej Pogacar.

Lo sloveno, saldamente in giallo, sta impressionando ed è padrone del Tour, già vinto nel 2020, 2021 e 2024. L’asso dell’UAE ha un margine di 4’13” su Vingegaard e sta benissimo, come ribadito anche con la strepitosa doppietta Hautacam-cronoscalata. “Perso” per strada Evenepoel (ritiratosi), al terzo posto c’è il tedesco Florian Lipowitz (+7’53”). Quarto il britannico Oscar Onley a 9’18”, quinto il francese Vauquelin a 10’21”.

La tappa del Ventoux è un’altra occasione d’oro per gli uomini di classifica e gli scalatori puri, un altro passo potenzialmente decisivo nel cammino che porterà fino a Parigi (27 luglio). Intanto la UAE avanza col vento in poppa. Eppure la perdita di João Almeida, gregario di lusso finito quasi subito ko dopo una caduta, poteva essere pesante.

«È stata pesante, ma i direttori sportivi sono stati bravissimi nel gestire le forze - interviene il Team Principal Mauro Gianetti - Poi Tadej è salito in cattedra e ha messo subito dei bei distacchi (in particolare a Hautacam, ndr), permettendoci di pianificare al meglio le mosse successive. L’ultima cosa che pensavamo domenica era di poter vincere un’altra tappa (la quinta, ndr), ma Tim Wellens si è trovato davanti e ha approfittato magistralmente della situazione».

Il Ventoux è il prossimo grande obiettivo?

«Dipende da cosa succede in pianura. Se dovesse esserci una fuga che arriva ai piedi della salita con 6’-7’ di margine, non possiamo pensare di andare a prenderli. Non vogliamo vincere sul Ventoux a tutti i costi, l’obiettivo finale è più importante. Sarebbe pericoloso lasciarsi ingolosire, quindi dipenderà tanto anche dalle altre squadre. Se qualcuno tira e riprende la fuga di giornata saremo pronti a giocarci le nostre chance, ma noi non possiamo spingere a tutta e tenerla a 2’ ad ogni costo. È un discorso anche di maturità e strategia, che sin qui “Pogi” ha sposato benissimo».

Guardando ai prossimi giorni attenzione anche alla 18esima frazione, che giovedì regalerà tra salite mastodontiche - sarà la più dura del Tour numero 112 - e 5'500 metri di dislivello. Arrivo in cima al Col de la Loze e altro esame durissimo per tutti.

«Sarà una tappa diversa. Molto intensa, dove è lecito attendersi che Vingegaard tenterà il tutto per tutto. Possiamo aspettarci una prova tra gli uomini di classifica».

Per quanto visto sin qui è difficile pensare a un ribaltone, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Per Pogacar il momento di maggior paura c’è stato nell’11esima frazione, quando è caduto a -4 km dall’arrivo. 

«Lì ci siamo spaventati davvero, ma è andata bene e Pogacar non ha avuto grosse conseguenze - conferma il dirigente ticinese - Adesso bisogna rimanere concentrati. Certo arrivare in queste condizioni ai piedi del Ventoux era lo scenario migliore, ci avremmo messo la firma».

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COMMENTI
 

blitz65 2 mesi fa su tio
speriamo che non sia come....
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