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ATLETICA LEGGERA

Caso Semenya: «In Svizzera negato processo equo»

Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, il TAS e il TF non hanno esaminato correttamente il ricorso dell'olimpionica contro il regolamento che le imponeva di ridurre il proprio livello naturale di testosterone
Imago
Fonte ats
Caso Semenya: «In Svizzera negato processo equo»
Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, il TAS e il TF non hanno esaminato correttamente il ricorso dell'olimpionica contro il regolamento che le imponeva di ridurre il proprio livello naturale di testosterone
La sportiva, che ha un eccesso naturale di ormoni sessuali maschili, è in lotta con World Athletics da oltre dieci anni.
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LOSANNA - La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la Svizzera nel caso della sudafricana Caster Semenya relativo ai livelli di testosterone nelle atlete.

Semenya denunciava un regolamento dell'Associazione internazionale delle federazioni di atletica che le imponeva di ridurre il suo livello naturale di testosterone per poter partecipare alle competizioni nella categoria femminile.

Dopo il TAS di Losanna, nel 2020 anche il Tribunale federale (TF) ha dato torto alla sudafricana. Ha ritenuto che il regolamento contestato fosse una misura appropriata e necessaria per raggiungere gli obiettivi legittimi di correttezza sportiva.

La Corte europea dei diritti dell’uomo, nel luglio del 2023, ha poi sconfessato il TF ritenendo che la Confederazione avesse violato il divieto di discriminazione e il diritto alla protezione della sfera privata della mezzofondista. Tale decisione è ora stata confermata anche dalla Grande Camera della CEDU, che ha stabilito in via definitiva che la Svizzera ha violato il diritto a un processo equo dell'atleta olimpionica. Il tribunale federale di Losanna, e prima ancora il TAS, secondo la Corte, non hanno esaminato "con il rigore dovuto" il suo ricorso contro il regolamento che imponeva a Semenya di ridurre il proprio livello naturale di testosterone per poter partecipare alle competizioni internazionali, alle quali non prende parte dal 2018 (da quando è stata definita una soglia massima per gareggiare). La Svizzera dovrà ora rimborsare a Semenya 80'000 euro per le spese legali.

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