«Il 70% delle imprese svizzere non investe più»


Dazi e incertezza, in Svizzera più differenziazione del rischio, fusioni e acquisizioni. Mentre gli esperti invitano a puntare su resilienza, stabilità, certezza del diritto e innovazione.
Dazi e incertezza, in Svizzera più differenziazione del rischio, fusioni e acquisizioni. Mentre gli esperti invitano a puntare su resilienza, stabilità, certezza del diritto e innovazione.
ZURIGO - Il 70% delle imprese svizzere ha interrotto o rinviato investimenti per l'incertezza. Lo rivela in un comunicato il portale EY, dedicato al lavoro e all’economia in tempi di protezionismo e tensioni geopolitiche.
Secondo l’approfondimento della società di consulenza, le nostre aziende affrontano rischi crescenti a causa delle tensioni globali e delle misure protezionistiche, cambiando strategie. «I dazi imposti dagli Stati Uniti - ha affermato Daniel Gentsch, Presidente di EY Svizzera - sono solo un esempio di come le tensioni geopolitiche influiscano direttamente sulla realtà strategica delle aziende svizzere».
Dunque, che fare? «È fondamentale costruire strutture resilienti, elaborare scenari e adattare in modo flessibile le opzioni strategiche a una situazione geopolitica in continua evoluzione». L'incertezza influenza anche fusioni e acquisizioni, specialmente con gli USA. Attualmente, quasi la metà delle aziende svizzere (46%) sta pianificando una fusione o un'acquisizione nel prossimo anno. Al netto di tutto, restiamo però un Paese attrattivo per gli investitori internazionali, di fatto nel 2024 «il numero di progetti di investimento annunciati da aziende straniere è aumentato di quasi il 25%».
Per consolidare ancora in misura maggiore questo dato «la Svizzera deve rafforzare sistematicamente i suoi comprovati vantaggi geografici, come il sistema giuridico liberale e affidabile, la libertà economica e la tutela della proprietà intellettuale», spiega ancora Gentsch che non concorda con chi pensa a risposte dure. «Un'uscita frettolosa dalle normative internazionali o misure di ritorsione impulsive causerebbe più danni che benefici a lungo termine».