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Se la banca ti chiude il conto "sospetto"

Riciclaggio, finanziamenti illeciti ma non solo. Per l'esperto di compliance bancaria: «In Ticino e in Svizzera assistiamo frequentemente a pratiche di exit di clientela per ragioni di de-risking».
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Se la banca ti chiude il conto "sospetto"
Riciclaggio, finanziamenti illeciti ma non solo. Per l'esperto di compliance bancaria: «In Ticino e in Svizzera assistiamo frequentemente a pratiche di exit di clientela per ragioni di de-risking».

LUGANO - «La chiusura di in un conto da parte della banca, in Europa è già un tema e presto lo sarà anche in Svizzera». Parola di avvocato, esperto di diritto e finanza, che da Lugano si occupa quotidianamente di banche e vigilanza.

L'occasione per approfondire l'argomento ce la "regala" la cronaca di questi giorni e può riassumersi così, con una lettera della banca che ci invita a portare i nostri averi da un'altra parte. Questo è quanto potrebbe infatti succedere a oltre mille facoltosi clienti mediorientali - si badi, molti dei quali con un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari - a seguito del procedimento aperto da FINMA (Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari), in tema di riciclaggio, nei confronti di HSBC Private Bank (Suisse), specializzata in gestioni patrimoniali e investimenti.

Vogliamo capirne di più, e seppure in forma anonima, l'esperto di compliance bancaria accetta di spiegarci che «di principio e senza entrare in una dinamica legata a criticità di lotta al riciclaggio, un istituto finanziario si riserva il diritto di cessare in ogni tempo le relazioni d’affari con il cliente. Questo potere è espresso nelle Condizioni Generali che regolano le relazioni d’affari fra la banca e il cliente». 

E poi, che succede?
«Laddove il cliente, anche dopo la scadenza di un ulteriore congruo termine fissato dalla banca, ometta di indicare dove trasferire i valori patrimoniali e gli averi depositati, quest’ultima ha la facoltà di consegnare fisicamente tali valori o di liquidarli. La Banca può depositare, con effetto liberatorio, il ricavato e gli averi ancora disponibili del cliente al luogo stabilito dal giudice oppure farli recapitare, sotto forma di assegno, all’ultimo indirizzo conosciuto del cliente».

Tornando al caso HSBC Private Bank (Suisse), davvero un numero così elevato di clienti può essere coinvolto, anche se l'ipotesi «riciclaggio» nel caso di specie riguarda solo «due persone politicamente esposte»?
«Sì e le spiego il perché. Dinanzi all’esito negativo di un procedimento aperto da FINMA avente a oggetto la violazione grave delle norme del diritto dei mercati finanziari concernenti l’organizzazione adeguata (governance), la gestione del rischio e la prevenzione del riciclaggio di denaro, l’Autorità può ordinare alla banca una serie di misure per il ripristino della situazione conforme».

Quali misure?
«L’adeguamento del dispositivo di lotta contro il riciclaggio di denaro, l’ampliamento del sistema di controllo interno, il rafforzamento della corporate governance, oltre a verificare tutte le relazioni con i clienti dal punto di vista del rischio e decidere se mantenerle o meno in essere. In quest’ultima fattispecie, la banca potrebbe decidere di uscire da uno o più mercati e quindi chiudere le relazioni d’affari».

La FINMA mette all'indice il «riciclaggio» e tutte le «transazioni ad alto rischio che non sono state sufficientemente chiarite e documentate». Sono transazioni che possono riguardare chiunque?
«Certo che sì. A prescindere dalla classificazione del rischio attribuita al cliente, se una relazione d'affari o una transazione appare insolita, o se vi sono indizi che i valori patrimoniali provengano da un crimine o dal finanziamento del terrorismo, la banca deve chiarire l'origine e lo scopo dei fondi». 

Quando un istituto è legittimato a chiudere un conto?
«Il cliente al momento della sottoscrizione del contratto prende atto e si impegna a liberare la banca da tutti gli impegni che ha assunto. In diritto il potere di un istituto è sancito dalla documentazione contrattuale sottoscritta dal cliente. Nei fatti però la decisione unilaterale di una banca per mere ragioni di “de-risking”(diminuzione del rischio) potrebbe creare problemi al cliente il quale dovrà cercarsi un altro istituto pronto ad accoglierlo».

Recentemente l’Autorità Bancaria Europea (EBA – European Banking Authority), ha condotto un’accurata analisi su queste pratiche, sul fenomeno del de-risking e sui relativi impatti in termini di inclusione finanziaria.
«Da tali analisi è emerso che l’accesso a prodotti e servizi finanziari di base, come il rapporto di conto corrente, rappresenta un prerequisito fondamentale per la partecipazione alla vita economica e sociale moderna, nel cui contesto il “de-risking”, quando ingiustificato, può causare l’esclusione finanziaria. Pertanto bisogna ponderare bene le decisioni ed evitare abusi in questo senso. Ciò potrebbe riguardare anche gli istituti bancari svizzeri».

Questa esclusione potrebbe colpire qualsiasi cliente che si trova ad avere, suo malgrado, un conto in un istituto che «ha violato i propri obblighi in materia di prevenzione del riciclaggio»?
«Di principio no, a meno che non rientri in una categoria di rischio (paese, settore di attività ecc.) che la banca non intende più assumersi».

Eventualità che le capita di vedere anche da noi? 
«In Ticino come in tutta la Svizzera assistiamo frequentemente a pratiche di exit di clientela per ragioni di de-risking».

Allora che fare se ci viene chiuso un conto?
«Anche se non sempre obbligatoria, è consigliabile richiedere una motivazione formale. Serve per valutare se la chiusura è basata su una valutazione del rischio individuale o pregiudizio generico. Si può presentare reclamo alla banca o, in seconda battuta, all’Ombudsman delle banche svizzere, ente d’informazione e di mediazione senza autorità giurisdizionale per i clienti degli istituti membri dell’Associazione svizzera dei banchieri (banche e fornitori di servizi finanziari), come pure per i clienti degli istituti affiliati a questo scopo all’Associazione».

In che misura si può dire che «le misure volte a garantire il ripristino della conformità alla legge» dall'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) si fanno sempre più stringenti e perché?
«La Svizzera si impegna attivamente nella lotta contro la criminalità finanziaria transfrontaliera e in questo contesto si orienta agli standard riconosciuti internazionalmente dal GAFI, il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale, che è l'organismo di controllo globale contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo di cui la Svizzera è membro».

Di che cosa si occupa?
«Stabilisce standard internazionali volti a prevenire queste attività illegali e i danni che causano alla società, verificando regolarmente presso i propri Stati membri la conformità delle regolamentazioni nazionali con le (40) sue raccomandazioni. Il 7 dicembre 2016 il GAFI ha pubblicato il quarto rapporto sulla valutazione tra pari relativa alla Svizzera e più recentemente un aggiornamento (19 ottobre 2023), dove ha riconosciuto i progressi raggiunti nel colmare le lacune identificate nel rapporto».

Quale il giudizio sul nostro sistema?
«Nel complesso la Svizzera ottiene un giudizio positivo ma il Paese deve comunque proseguire i suoi sforzi nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Il rapporto contiene pertanto una serie di raccomandazioni intese a migliorare la legislazione svizzera e la rispettiva attuazione». 

Questa stretta può penalizzare le banche in termini di giro d'affari?
«
Indubbiamente assistiamo a due ordini di fattori: fuoriuscita di assets/clienti presso altre giurisdizioni (Dubai in testa) e difficoltà nell’acquisizione di nuova clientela internazionale, a detrimento del giro d’affari per la piazza finanziaria».

Chi spinge davvero Berna e la FINMA a stringere le maglie attorno al mercato?
«Vale quanto detto relativamente alla pressione esercitata dal GAFI».

Quale invece il ruolo degli USA in tutto questo?
«Con gli Stati Uniti ci sono stati problemi in passato ma è di recente la notizia che l’Autorità di vigilanza statunitense Securities and Exchange Commission (SEC) ha ripreso a esaminare le domande di istituti svizzeri, assoggettati alla FINMA, che intendono operare negli Stati Uniti come Registered Investment Advisers (RIA)».

Le nostre banche possono temere di uscire dal sistema di messaggistica finanziaria globale (Swift)?
«L'uscita dallo Swift non è un tema o un pericolo a oggi per la Svizzera, che si è impegnata a garantire iniziative di trasparenza finanziaria».

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