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SVIZZERA

Regole sulla sostenibilità: più costi che benefici

La Svizzera ha deciso di adeguarsi alle norme più severe dell'Unione Europea, ma un nuovo studio mette in guardia
20 minuti/Matthias Spicher
In Svizzera finora vigono requisiti meno severi rispetto all'Unione Europea: l'obbligo di rendicontazione riguarda solo le aziende quotate in borsa con più di 500 dipendenti e un fatturato o una somma di bilancio elevati, senza standard unificati o revisione esterna.
Regole sulla sostenibilità: più costi che benefici
La Svizzera ha deciso di adeguarsi alle norme più severe dell'Unione Europea, ma un nuovo studio mette in guardia

BERNA - Attualmente in Svizzera, rispetto all'Unione Europea, vigono regole decisamente meno burocratiche per la dichiarazione della gestione aziendale sostenibile (ESG). Dal 2028, però, la situazione potrebbe cambiare. Il Consiglio federale ha avviato un adeguamento alle più severe direttive Ue, ma ha per il momento sospeso l'iter. Anche per attendere se l'Unione Europea, con la prevista legge Omnibus, alleggerirà nuovamente gli obblighi. Tuttavia, il think tank liberale Avenir Suisse ha già analizzato le possibili conseguenze di un inasprimento delle regole.

Cos'è la rendicontazione ESG? - ESG sta per Environment (Ambiente), Social (Sociale) e Governance (Gestione aziendale). Le aziende devono misurare e rendere noti i loro sforzi in materia di sostenibilità. Vengono presi in considerazione diversi fattori, tra cui l'impatto dell'azienda sull'ambiente, la gestione dei dipendenti e degli stakeholder e una retribuzione adeguata. L'obiettivo è creare trasparenza per investitori, stakeholder e società.

La situazione attuale in Svizzera - Attualmente, in Svizzera solo le aziende quotate in borsa con più di 500 dipendenti, nonché le imprese con più di 40 milioni di franchi di fatturato o 20 milioni di franchi di bilancio annuo, devono riferire sui loro obiettivi climatici, standard sui diritti umani e misure contro la corruzione. Non esiste né una struttura di relazione uniforme né l'obbligo di revisione esterna. Secondo Avenir Suisse, il costo per l'economia è di circa 130 milioni di franchi all'anno.

La situazione nell'Unione Europea - Nell'Unione Europea è in vigore dal 2024 la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Essa prescrive fino a 1000 punti dati secondo lo standard europeo unico European Sustainability Reporting Standard (ESRS) — inoltre la verifica esterna è obbligatoria.

Dal 2028, anche i paesi terzi saranno sottoposti all'obbligo di rendicontazione. Da allora, anche le aziende svizzere con più di 150 milioni di euro di fatturato e una filiale o una stabile organizzazione nell'Unione Europea dovranno fornire una rendicontazione completa. Questo interessa direttamente da 200 a 340 aziende — e fino a 50mila altre in qualità di fornitori, che dovranno trasmettere i propri dati alle aziende interessate. Secondo Avenir Suisse, ciò farà salire i costi annuali a 680 milioni di franchi, oltre cinque volte quelli attuali. Circa il 70% di questi costi ricadrebbe sulle PMI; il cui onere medio annuo raddoppierebbe da 5000 a 10mila franchi.

Cosa cambierebbe la legge Omnibus? - Con il pacchetto Omnibus presentato a febbraio 2025, la Commissione Europea intende snellire notevolmente le regole sulla rendicontazione della sostenibilità: la data di inizio sarà posticipata e saranno obbligate solo le aziende con oltre 1000 dipendenti e almeno 50 milioni di euro di fatturato o 25 milioni di euro di bilancio. Se le proposte verranno attuate, ci saranno ripercussioni anche per la Svizzera. Secondo lo studio, i costi annuali si ridurrebbero quasi della metà, cioè a 290 milioni di franchi — tuttavia, rimarrebbero il doppio rispetto a oggi.

Cosa varrebbe in Svizzera con le direttive proposte dal Consiglio federale - Se il pacchetto Omnibus dovesse fallire e la Svizzera dovesse adeguare le sue regole a quelle dell'Unione Europea, tutte le aziende a partire da 250 dipendenti, con 50 milioni di franchi di fatturato o con 25 milioni di franchi di bilancio, sarebbero tenute alla rendicontazione. Secondo Avenir Suisse, sia il numero di aziende interessate, sia i costi aumenterebbero: le prime salirebbero a 2900, i secondi fino a 1,7 miliardi di franchi all'anno.

Il think tank critica soprattutto l'enorme impegno richiesto a fronte di benefici incerti. Un maggior numero di pagine di report non significa automaticamente maggiore sostenibilità, afferma il vicedirettore e autore dello studio Michele Salvi. Soprattutto per le PMI il maggiore onere burocratico è considerevole, mentre l'effetto pratico è ridotto. Avenir Suisse chiede quindi equilibrio, direttive praticabili e una valutazione approfondita delle regole esistenti prima di introdurre nuovi obblighi. Anche le PMI sono preoccupate per l'onere amministrativo.

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