Sanzioni alla Russia, la Svizzera prende di mira il petrolio


Altre 14 persone fisiche e 41 imprese e organizzazioni sono state sottoposte al blocco degli averi e al divieto di ingresso o transito nella Confederazione
Altre 14 persone fisiche e 41 imprese e organizzazioni sono state sottoposte al blocco degli averi e al divieto di ingresso o transito nella Confederazione
BERNA - La Svizzera ha rafforzato le proprie sanzioni nei confronti di Mosca nel contesto della guerra in Ucraina, mettendo nel mirino il petrolio russo. Si tratta di provvedimenti già adottati dall'Unione europea a metà luglio, che Berna ha ora ripreso.
Le misure rientrano nel 18esimo pacchetto di sanzioni dall'inizio del conflitto, evidenzia in una nota odierna il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR).
Altre 14 persone fisiche e 41 imprese e organizzazioni sono state sottoposte al blocco degli averi e al divieto di ingresso o transito in Svizzera, viene illustrato nel comunicato. Tra i nuovi sanzionati figurano società russe e internazionali che gestiscono navi della flotta ombra, commercianti di greggio e fornitori del complesso militare-industriale di Mosca.
Inoltre, 105 nuove imbarcazioni di Paesi terzi sono state sottoposte al divieto totale di acquisto, vendita e fornitura di servizi: sono principalmente navi cisterna che fanno parte della flotta ombra russa e che, ad esempio, aggirano i prezzi massimi del greggio e dei prodotti petroliferi oppure trasportano beni militari per il Cremlino.
Il DEFR ha inoltre abbassato il massimale di prezzo ("oil price cap") per il greggio russo a 47,60 dollari, in linea con l'Ue e adeguandolo all'attuale mercato globale. Quest'ultima modifica sarà introdotta dal prossimo 3 di settembre, mentre le altre misure entreranno in vigore alle 23.00 di stasera.