Dollaro debole: in forse la distribuzione degli utili BNS a Confederazione e Cantoni


Nel primo semestre la perdita sarà pesante: tra 10 e 20 miliardi di franchi
Nel primo semestre la perdita sarà pesante: tra 10 e 20 miliardi di franchi
ZURIGO - L'indebolimento del dollaro rispetto al franco è una pessima notizia per la Svizzera. Non solo per la Banca nazionale svizzera (BNS) ma, come vedremo, per tutte le istituzioni federali e cantonali.
Conti in rosso - L'analisi di UBS, realizzata dagli economisti Alessandro Bee e Florian Germanier, parte da una previsione: la BNS dovrebbe registrare nel secondo trimestre 2025 una perdita compresa tra 17 e 27 miliardi di franchi. Tenuto conto dell'utile di quasi 7 miliardi di franchi nel primo trimestre, ne risulta una perdita per il primo semestre tra i 10 e i 20 miliardi di franchi. Per avere certezza delle previsioni bisognerà aspettare il prossimo giovedì 31 luglio, quando la BNS pubblicherà il proprio risultato finanziario.
Franco forte e dollaro molto debole - Come detto, la perdita nel secondo trimestre è dovuta principalmente al notevole apprezzamento del franco svizzero: sull'euro è stato all'incirca del 2%, del 6% circa sullo yen e quasi del 10% sul dollaro statunitense. «Nel complesso, dai movimenti valutari dovrebbe risultare una perdita superiore a 40 miliardi di franchi, di cui circa 30 miliardi di franchi solo sulle attività statunitensi, dato che la BNS detiene circa 300 miliardi di franchi in titoli statunitensi».
L'incertezza gioca a sfavore - I fattori che stanno scuotendo il mondo economico sono molti, complessi e peraltro noti: tra i principali ci sono l'elevata instabilità mondiale, con i conflitti attivi su vari fronti (Medio Oriente e Ucraina su tutti), ma anche la guerra commerciale scatenata dall'amministrazione Trump e non ancora risolta.
L'incertezza ha portato a una conseguenza canonica: l'aumento del prezzo dell'oro. Il bene rifugio per eccellenza è aumentato di circa il 5%. Una buona notizia per la BNS e le sue riserve auree? Purtroppo no: l'istituto centrale elvetico registrerà probabilmente «una perdita significativa», secondo gli analisti di UBS, quantificabile in circa 4,5 miliardi di franchi. La causa? Ancora una volta, la svalutazione del dollaro.
A determinare il risultato che sarà presentato la prossima settimana sono anche altri fattori, come la ripresa del mercato azionario dopo lo shock dovuto all'annuncio dei dazi, così come l'aumento dei tassi d'interesse sulle obbligazioni statunitensi a lungo termine nel secondo trimestre.
Niente soldi a Confederazione e Cantoni, probabilmente - Passiamo quindi alla nota dolente. La perdita nel primo semestre oscillerà quindi tra i 10 e i 20 miliardi di franchi. Sebbene la riserva di distribuzione dell'anno 2024 ammonti a 12,9 miliardi di franchi, questo capitale dovrebbe essere utilizzato per l'assegnazione alle riserve valutarie quest'anno.
«Pertanto la Banca nazionale svizzera, nella seconda metà dell'anno, dovrebbe almeno neutralizzare la perdita del primo semestre, affinché possa effettuare un pagamento il prossimo anno» alla Confederazione e ai Cantoni.
Questa rimane una previsione e non è affatto una certezza, sottolineano gli economisti del colosso bancario. Data la volatilità dei mercati finanziari e l'incertezza della politica economica, «non è possibile affermare se una distribuzione avverrà effettivamente il prossimo anno oppure no».