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SVIZZERA

Il destino di UBS nelle mani di Berna

Il Consiglio federale presenterà venerdì la riforma sul capitale bancario: nuove regole pronte a scuotere il futuro e la competitività di UBS.
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Fonte Financial Times /Reuters
Il destino di UBS nelle mani di Berna
Il Consiglio federale presenterà venerdì la riforma sul capitale bancario: nuove regole pronte a scuotere il futuro e la competitività di UBS.

BERNA - Il momento è ormai arrivato: il Consiglio federale sta per proporre l’attesa riforma delle regole sul capitale bancario, volte a rafforzare il sistema finanziario dopo il crollo di Credit Suisse (2023), acquisito poi da UBS. Misure che dovrebbero essere comunicate venerdì e che avranno un impatto diretto proprio su UBS, la più grande banca del Paese che si vorrebbe così mettere al sicuro da malaugurati problemi di stabilità.

Il punto principale della bozza di riforma è l’aumento dei requisiti patrimoniali per le banche con filiali estere. In particolare, UBS potrebbe essere costretta a capitalizzare al 100% le sue unità internazionali, cosa che aumenterebbe i suoi requisiti di capitale aggiuntivo fino a 25 miliardi di dollari. Ma ciò «avrebbe delle conseguenze», aveva detto lo scorso marzo il presidente dell'Associazione svizzera dei banchieri, Roman Studer.

Di fatto la mega-banca critica fortemente questa ipotesi, sostenendo che ciò renderebbe la banca meno competitiva a livello globale, rispetto a istituti come HSBC o Morgan Stanley, che hanno obblighi patrimoniali meno stringenti. «I vincitori saranno i nostri concorrenti fuori dalla Svizzera», aveva tuonato da Lucerna la scorsa settimana il CEO di UBS Sergio Ermotti. I dirigenti della banca sarebbero poi chiamati a prendere decisioni strategiche difficili.

Venerdì se ne saprà di più ma l'analista di Vontobel Andreas Venditti, sentito da Reuters, non ha dubbi: «Il mercato sarebbe sorpreso se il governo federale non richiedesse una capitalizzazione del 100% delle quote estere». Certo è che l'incertezza ha pesato sul prezzo delle azioni UBS, che nell'ultimo anno sono scese del 3%.

Secondo il Financial Times, se venissero poi approvate, queste regole potrebbero costringere UBS a vendere alcune attività internazionali, passando quindi a un «modello di ottimizzazione dei costi e degli asset ponderati per il rischio, anziché a un modello di crescita», come ha spiegato Antonio Roman, gestore di portafoglio presso Axiom Alternative Investments.

I tempi e le modalità
L’impatto - la legislazione definitiva è prevista al più presto entro il 2027, ma non si esclude addirittura un'attesa fino al 2029 - dipenderà molto da quando e come verranno attuate le nuove norme. Certo è che però una plausibile applicazione graduale nel tempo, così come un intervento del Parlamento, potrebbe portare a un indebolimento della normativa stessa, riducendone gli effetti. Venerdì si capirà meglio se le riforme proposte saranno attuate tramite un ordine esecutivo oppure se saranno sottoposte a consultazione parlamentare.

Gli analisti, interpellati dal quotidiano finanziario londinese, prevedono infine che l’annuncio potrebbe avere forti ripercussioni sul prezzo delle azioni UBS. La posta in gioco è alta quanto delicata, basti pensare che la grande banca ha un bilancio più grande del prodotto interno lordo della Svizzera.

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