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Da Tesla un pacchetto azionario da 29 miliardi per blindare Musk

L'unica condizione posta dal board è che l'uomo più ricco del mondo resti al timone per altri due anni
Imago
Fonte ats
Da Tesla un pacchetto azionario da 29 miliardi per blindare Musk
L'unica condizione posta dal board è che l'uomo più ricco del mondo resti al timone per altri due anni

WASHINGTON - Il Cda di Tesla ha blindato Elon Musk con un regalo da 29 miliardi di dollari in azioni. Nel momento più delicato per l'azienda, con le vendite che continuano a calare, il board ha deciso di aggrapparsi al patron miliardario nonostante l'opposizione di alcuni azionisti che non hanno ancora digerito la sua incursione politica, breve ma intensa, accanto a Donald Trump.

La società ha descritto il «premio provvisorio» di 96 milioni di nuove azioni come un primo passo, un pagamento «in buona fede» per onorare il pacchetto retributivo di oltre 50 miliardi di dollari del 2018, annullato da un tribunale del Delaware l'anno scorso.

Grazie a questa mossa la quota di azioni di Musk sale al 15% dal 12%, proprio come aveva chiesto lui stesso durante una conferenza con gli analisti il mese scorso quando si era detto «fortemente preoccupato» di una sua possibile estromissione.

L'unica condizione posta dal board è che l'uomo più ricco del mondo mantenga il timone di Tesla per altri due anni. Dovrà, inoltre tenere le azioni per cinque anni e potrà acquistarle a 23,34 dollari ad azione, lo stesso prezzo di sette anni fa, il 2018. Infine, l'azienda sottoporrà al voto un piano di remunerazione a lungo termine per l'amministratore delegato durante la sua assemblea annuale degli investitori del 6 novembre.

«Sebbene riconosciamo che le iniziative imprenditoriali di Elon, i suoi interessi siano vaste e di vasta portata... siamo fiduciosi che questo premio lo incentiverà a rimanere in Tesla», ha affermato in una nota il comitato speciale formato quest'anno proprio per valutare la retribuzione di Musk di cui fanno parte la presidente Robyn Denholm e l'amministratore indipendente Kathleen Wilson-Thompson.

Il premio, si sottolinea nella nota, sarà revocato se il tribunali del Delaware ripristinerà completamente quello del 2018, dopo la causa presentata dal miliardario a marzo. «Per essere chiari, perdere Elon non significherebbe solo perdere il suo talento, ma anche perdere un leader che è una calamita per l'assunzione e la fidelizzazione dei talenti in Tesla», si legge ancora.

Nonostante dopo l'annuncio del maxi premio al patron le azioni siano salite del 7% a Wall Street, l'azienda continua a navigare in acque agitate da almeno un anno. Prima per l'endorsement a Trump che, secondo un rapporto S&P Global Mobility rivelato in esclusiva dalla Reuters, ha fatto crollare la fiducia dei consumatori nel marchio. Poi, durante i mesi alla guida del dipartimento per l'efficienza governativa, l'azienda ha sofferto per l'assenza del suo ceo, impegnato a Washington. Quindi con l'uscita di Musk dall'amministrazione e la rottura pubblica con il tycoon, che lo ha minacciato di togliergli tutti i sussidi, Tesla ha subito diversi tonfi a Wall Street.

A fine luglio Musk ha ammesso che l'azienda avrebbe potuto affrontare qualche mese difficile, dopo aver registrato un calo del 16% degli utili nell'ultima trimestrale. Tuttavia, è apparso ottimista sulle prospettive per il prossimo anno, grazie ai programmi per l'intelligenza artificiale e la robotica.

Ma le vendite continuano a calare, in particolare in Cina. Secondo gli ultimi dati, le spedizioni dallo stabilimento di Shanghai sono calate dell'8,4% a luglio su base annua. A tutto questo si va ad aggiungere una multa da 243 milioni per un incidente mortale, nel 2019 in Florida, legato al controverso "autopilot", il software di assistenza alla guida su cui il patron ha scommesso tutto ma che continua a creare problemi.

Non era la prima volta che Tesla si trovava ad affrontare causa del genere ma erano state sempre risolte o archiviate. A giugno, un giudice ha invece respinto la richiesta di archiviazione in Florida e per gli addetti ai lavori il sorprendente verdetto potrebbe dare il via a ulteriori cause legali e rendere più costosi i futuri accordi.

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