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GUERRA COMMERCIALE

I mercati asiatici? Bene, se non benissimo

Netto rialzo anche per le piazze cinesi, nonostante l'esclusione di Pechino dallo stop ai dazi
AFP
Fonte Ats Ans
I mercati asiatici? Bene, se non benissimo
Netto rialzo anche per le piazze cinesi, nonostante l'esclusione di Pechino dallo stop ai dazi
TOKYO - La Borsa di Tokyo amplia i guadagni prima della pausa di metà mattinata con un progresso di oltre l'8%, raggiungendo quota 34,375, e un guadagno di oltre 2.600 punti. La pausa di 90 giorni ai dazi reciproci annunciata dall'amministrazione Tr...

TOKYO - La Borsa di Tokyo amplia i guadagni prima della pausa di metà mattinata con un progresso di oltre l'8%, raggiungendo quota 34,375, e un guadagno di oltre 2.600 punti. La pausa di 90 giorni ai dazi reciproci annunciata dall'amministrazione Trump ha fatto scattare un piano di riacquisto dopo che l'indice di riferimento Nikkei è sceso ai minimi di un anno e mezzo a inizio settimana.

A trainare gli acquisti il settore bancario, la tecnologia, e i titoli che dipendono dalla sostenibilità dell'export, grazie alla simultanea svalutazione dello yen al cambio col dollaro, a quota 149,90.

Bene anche le altre piazze asiatiche. La Borsa di Hong Kong balza in avvio, con l'indice Hang Seng segna un rialzo del 2,69%, a 20.810,43. In luce Hsbc (+4,81%), Alibaba (+2,90%) e Tencent (+3,17%). Anche le borse cinesi aprono la seduta in territorio positivo, malgrado la sospensione di 90 giorni dei dazi reciproci globali voluta da Donald Trump abbia escluso Pechino, raggiunta anzi dalla maggiorazione dell'aliquota fino al 125%: l'indice Composite di Shanghai sale dell'1,29%, a 3.227,84 punti, mentre quello di Shenzhen guadagna il 2%, a quota 1.860,04.

Taiwan addirittura vola: il Taiex, che ha perduto più del 10% nelle ultime sedute, segna un balzo del 9,2%, a 18.982,55 punti nelle battute iniziali. Il colosso dei semiconduttori Tsmc balza del 10% e Foxconn, il principale assemblatore di prodotti di elettronica al mondo inclusi gli iPhone, sale del 9,8%.

I numeri danno però una cattiva notizia a Pechino. La Cina resta in deflazione a marzo per il secondo mese di fila, complicando i piani del presidente Xi Jinping per rilanciare la domanda interna, nel mezzo della guerra commerciale con gli Stati Uniti.

I prezzi al consumo hanno avuto un calo annuo dello 0,1% (da -0,7% di febbraio), mancando le previsioni degli analisti di un rialzo dello 0,1%. Su base mensile, la frenata è stata dello 0,40% (da -0,20%), in base ai dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica. Peggiora anche il trend dei prezzi alla produzione, scesi al passo più ampio da novembre 2024: -2,5% contro previsioni a -2,3% e al dato di -2,2% di febbraio.

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