È carestia, ed è «interamente provocata dall'uomo»

È in pericolo la vita di 132mila bambini, secondo un rapporto che viene «respinto fermamente» da Israele
LONDRA - La carestia a Gaza è «interamente provocata dall'uomo» e le vite di 132'000 bimbi sotto i cinque anni sono a rischio a causa della malnutrizione. È quanto si legge nel rapporto dell'Integrated Food Security Phase Classification (IPC), sistema globale di monitoraggio della fame sostenuto dall'Onu, che ha dichiarato ufficialmente lo stato di carestia nella Striscia a causa del blocco degli aiuti da parte di Israele.
«Il tempo del dibattito e dell'esitazione è passato, la fame è presente e si sta diffondendo rapidamente», afferma il rapporto.
«Utilizzare la fame come mezzo di pressione è un crimine di guerra e le morti che ne conseguono possono anche costituire un crimine di guerra di omicidio volontario», ha denunciato oggi l'Alto commissario Onu per dei diritti umani Volker Turk, reagendo al rapporto. A suo dire si tratta del «risultato diretto delle azioni intraprese dal governo israeliano», che ha «illegalmente limitato l'ingresso e la distribuzione di aiuti umanitari e altri beni necessari alla sopravvivenza della popolazione civile nella Striscia di Gaza». Anche per il sottosegretario generale Onu per gli affari umanitari e coordinatore delle emergenze Tom Fletcher si tratta di una carestia che avremmo potuto prevenire e causata «dell'ostruzione sistematica da parte di Israele» per far giungere aiuti.
Turk ha esortato le autorità israeliane ad adottare misure immediate per porre fine alla carestia e prevenire ulteriori perdite di vite umane: «Devono garantire l'immediato invio di aiuti umanitari in quantità sufficienti e il pieno accesso alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni umanitarie».
Israele, invece, ha fatto sapere di «respingere fermamente» le conclusioni dell'ultimo rapporto dell'IPC, «in particolare l'affermazione sulla carestia a Gaza City».
Il Coordinamento delle Attività Governative nei Territori (Cogat), l'organismo militare responsabile degli aiuti, afferma che «il rapporto è falso e si basa su dati parziali e di parte e su informazioni superficiali provenienti da Hamas, un'organizzazione terroristica». Prosegue definendo la valutazione dell'IPC unilaterale e accusandola di ignorare «gli ampi sforzi umanitari intrapresi a Gaza». «Fatti distorti minano la credibilità dell'IPC», afferma Israele.