«Ci faremo una telefonata e tutto sarà risolto»

Nonostante l'aumento dei dazi al 125%, Donald Trump è sicuro di poter trovare un accordo con Xi Jinping
WASHINGTON - Dopo aver rincarato la dose contro la Cina, portando i dazi contro il gigante asiatico a quota 125%, Donald Trump si aspetta di poter risolvere la frattura con Pechino con una telefonata al suo omologo Xi Jinping. Lo ha dichiarato il segretario al Commercio americano, Howard Lutnick, spiegando di non essere in contatto con i funzionari cinesi sul tema delle tariffe aggiuntive. Tuttavia Trump «si aspetta di avere un colloquio» con Xi. «È una questione tra loro», ha detto Lutnick alla Cnn. «Si tratta di una telefonata tra i leader di questi due grandi Paesi, e possono trovare una soluzione insieme».
«Faremo un buon accordo» - Parole che trovano conferma da parte di uno dei diretti interessati. Xi Jinping è «un uomo intelligente, faremo un buon accordo». Lo ha detto Donald Trump alla Casa Bianca aggiungendo che il leader cinese «ama il suo Paese». «Xi sa benissimo cosa deve fare, ci faremo una telefonata e sarà tutto risolto», ha aggiunto.
Washington si aspetta uno stop da Bruxelles - Lutnick ha poi confermato che «i dazi settoriali, quelli su acciaio e alluminio e sulle auto, rimarranno invariati. Il presidente Trump è stato molto chiaro su questo». Da parte dell'Unione europea ci si aspetta invece un rinvio di 90 giorni, come quello deciso mercoledì da Washington. «L'Europa ha imposto dei dazi di ritorsione, ma ha detto che non entreranno in vigore prima di un paio di settimane. Penso che quello che succederà è che saranno rinviati di 90 giorni, così avranno il tempo di negoziare con il presidente senza avere nulla in sospeso», ha sottolineato ancora Lutnick.
La pausa è merito di Bessent? - Il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, sarebbe riuscito a far ragionare Donald Trump sui dazi, convincendolo a una pausa e invitandolo a focalizzarsi sulla crisi dei titoli. Lo riferisce la Cnn citando fonti informate. Il segretario e il suo dipartimento erano, in particolare, preoccupati per l'impennata dei rendimenti, che comporta costi più elevati per i consumatori americani sui tassi dei mutui per le case e i costi di finanziamento per le imprese.
I titoli del Tesoro americano sono considerati l'investimento più sicuro del mercato. È il luogo in cui gli investitori di tutto il mondo si rifugiano, certi che il ruolo dominante degli Stati Uniti nel sistema finanziario globale garantirà la sicurezza degli asset. Ma l'ondata di dazi imposti da Trump ha provocato la rapida svendita di asset rifugio e questo ha suscitato il timore di nuove turbolenze sui mercati.