«Lugano deve rallentare, ancora di più»

Il comitato a favore dell'estensione delle zone 30 e 20 ha presentato i suoi argomenti: «Migliorare la sicurezza e la qualità di vita».
LUGANO - «Guai a parlare di una guerra contro gli automobilisti». Il comitato pluripartitico a favore dell’estensione delle zone 20 e 30 a Lugano rigetta con forza una delle principali critiche che vengono rivolte all’introduzione di nuove aree con moderazione della velocità.
Rumore e sicurezza - Ed è su questo aspetto che Andrea Togni (Plr), coordinatore del comitato, ha aperto l’incontro con la stampa avvenuto questo pomeriggio a Breganzona. «La vera libertà rispetta tutti. Ritengo le zone 30 un atto di buon senso per garantire sicurezza, ridurre il rumore e restituire valore agli spazi dove viviamo senza demonizzare l’automobile e gli automobilisti».
Appuntamento alle urne - Il progetto del Municipio, già approvato in consiglio comunale lo scorso 10 febbraio (malgrado la ferma opposizione di Lega e Udc), dovrà ora passare l’esame delle urne il prossimo 28 settembre.
«Le statistiche - ha continuato Togni snocciolando alcuni dati - sono chiare. Tra 50 e 30 km/h c’è una differenza di 20 metri nello spazio di frenata. Inoltre, il rumore dello scorrimento dei veicoli è percepito dal nostro orecchio ridotto di circa il 50%».
«Nessuna crociata contro le auto» - Il dibattito però si prefigura infuocato. Già perché, dopo il lancio del referendum contro la decisione del consiglio comunale, gli animi negli ultimi mesi si sono accesi. «In un dibattito sempre più polarizzato non si vuole una crociata contro l’auto, ma una moderazione ragionata della velocità nei quartieri residenziali». «Se è vero che siamo tutti automobilisti, è anche vero che camminiamo, accompagniamo i nostri figli a scuola o ci spostiamo in bicicletta».
Nello specifico la viabilità di Lugano subirà un’estensione delle zone 30 km/h dal 36% al 55% delle strade comunali. Saranno invece due le nuove zone a 20 (davanti al casinò e sulla via di accesso alla foce). «Le vie di scorrimento rimangono a 50, saranno ridotte solo le zone residenziali».
Un occhio alla demografia - Ergo (di nuovo): «Non è un attacco alla mobilità privata», ha sottolineato anche Laura Tarchini (Centro) ricordando l'importanza di questo progetto per le fasce più sensibili della popolazione. «Sappiamo che le zone 30 portano benefici concreti alle famiglie con bambini in età scolastica, che già si spostano molto a piedi da soli. Questo crea, oltre a una maggiore sicurezza nei genitori, anche un senso di comunità».
La questione però non è solo politica. «Gli over 65 in Ticino rappresentano il 23% della popolazione». Insomma, la demografia non va ignorata. «Nel 2030 le stime parlano di oltre il 30%. Bisogna quindi ragionare sull’impostazione della città in quest’ottica».
Tante sensibilità politiche - Il comitato racchiude diverse sensibilità politiche. «Abbiamo creduto molto in un comitato interpartitico per un obiettivo che tutti condividiamo», ha sottolineato Nina Pusterla (PS). «La vita è più tranquilla nelle zone in cui la velocità è limitata a 30.
Secondo Pusterla, inoltre, l'estensione delle zone a velocità ridotta completerebbe gli sforzi fatti per il Pedibus. «Sarebbe bene che la città accompagnasse questo progetto con delle zone in cui i bambini si possano muovere in sicurezza».
Auto elettriche e a benzina - Secondo il comitato referendario la progressiva elettrificazione delle auto neutralizza gli ipotetici benefici per l’ambiente. «La maggior parte delle auto attualmente in circolazione e nei prossimi anni sarà a benzina, non elettrica.», ha ricordato Danilo Baratti (Verdi).
«Ma il rumore principale che si percepisce sotto i 25 km/h è quello dello scorrimento delle ruote (che siano esse su auto elettriche o non elettriche). Ed è proprio qui che notiamo una grande differenza nella percezione del passaggio del traffico da parte della metà».
































